Immagine di Maria Giovanna Lanfranchi

A mia madre

Ancora non si placa l’eco del tuo ricordo,

a intermittenza violenta ed inattesa colpisce

e mi trova sempre indifeso e arrendevole.

Il caro profilo intravedo nella foschia delle ore,

il tuo sorriso dolce e mesto mi accompagna,

madre isola che mi protegge e rassicura.

 

Anche se di vagare non sono stanco, né vinto

e le mie strade incrociano sentieri ignoti,

si perdono e si ritrovano come per incanto,

prima del giungere della sera, prima del limite.

È il momento di cercare con gli occhi e con la mente

te, madre faro, distante ormai, ma sempre presente.

 

Infine anche le parole si prosciugheranno,

ogni giorno regalerà solchi nuovi al mio volto

e la mia andatura, spavalda e fiera un tempo,

si farà più lenta e incerta per le vertigini.

Gli anni corrono, ma conservo un dono prezioso:

nella notte tu, madre mia, stella che mai tramonta.

Pietro Ragni

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