Ritornano gli stranieri, e gli albergatori sperano in una stagione da record per il turismo in Sardegna. Arrivano i primi segnali positivi: rispetto allo scorso anno c’è un incremento del 300 per cento dalla Germania, ma anche da Austria e Svizzera si registrano numeri importanti.

La spiaggia di Alghero

Le prenotazioni per luglio, agosto e la prima metà di settembre sono in forte crescita. L’industria delle vacanze inizia a riaccendersi nei mesi chiave della stagione, con alcune date, in particolare nelle due prime settimane di agosto da sold out. E il segnale di un rinnovato interesse è il moltiplicarsi di rotte low cost che collegano i tre scali sardi con gli aeroporti delle capitali europee. Le compagnie puntano sulla ripresa e mettono a disposizione migliaia di posti nei voli per l’estate. Nessun timore che arrivi una nuova ondata, e la convinzione che presto l’isola possa diventare Covid free. La vaccinazione va avanti a tappe forzate con l’obiettivo di far sparire anche le mascherine per la fine di agosto.

La Sardegna sarà un’isola aperta, niente “Green pass”, il governatore Solinas attende quello europeo, e stop ai test rapidi come si era ipotizzato a maggio. È caduto anche l’obbligo della registrazione sul portale della Regione sarda.

Un passo fondamentale che dovrà essere accompagnato con un potenziamento della campagna vaccinale che garantisca l’immunità di gregge prima del picco di presenze. Un settore che si deve riscattare e che solo nel 2020 ha visto cancellati 40 mila posti di lavoro stagionale. Per evitare il tracollo dell’unica attività che in questi anni ha registrato una crescita costante di fatturati e utili.

Uno studio di febbraio prevedeva tre scenari possibili. Il primo, il più ottimistico, stimava 10 milioni di presenze, con un recupero del 79 per cento rispetto al 2019. Un secondo scenario si fermava a 8,7 milioni, con un recupero delle presenze del 57 per cento. Un terzo scenario, il più pessimistico, non andava oltre le 6,7 milioni di presenze. Dati che consentirebbero di recuperare tra i 69 e i 335 milioni di euro. Numeri per ora del tutto ipotetici, ma cui l’industria delle vacanze vuole lavorare per la ripresa post Covid per la Sardegna.

Costa Smeralda

Un’altra indagine, questa volta di Demoskopika mette la Sardegna nella top 5 delle mete italiane più richieste. C’è anche una previsione, nell’isola dovrebbero arrivare 1,5 milioni di turisti, con un incremento dell’8,2 per cento. In aumento anche le presenze, che dovrebbero assestarsi intorno agli 8,2 milioni, con un incremento del 20 per cento.

Ma i numeri sono ancora lontani da quelli che faceva l’isola nel periodo pre Covid. La pandemia tenderà ad accentuare i limiti del sistema turistico sardo da sempre troppo concentrato tra luglio e agosto. La stagione corta è diventata sempre più ristretta in questi ultimi anni. La ripresa sarà l’occasione per superare i deficit storici del sistema turistico isolano. La diversificazione dell’offerta diventerà sempre più fondamentale per creare una stagione più lunga. Perché se il settore del superlusso non ha mai conosciuto crisi, il segmento medio ha risentito in modo pesante gli effetti del Covid. Ora si punta al rilancio di un’isola diventata, tra le prime regioni italiane, zona bianca, e che aspira a essere Covid free.