In tutte le culture del passato la volontà di costruire cose grandiose si è manifestata con opere ambiziose che esaltavano forti valori simbolici in grandi espressioni artistiche. Ne abbiamo testimonianze nei meravigliosi templi di ogni religione, ne abbiamo fantastiche evidenze nelle Cattedrali, che, in se stesse o nel connubio chiesa-campanile, hanno sempre mostrato grandiosità, in un insieme di proporzioni armoniche guidate dalle ispirazioni artistiche e coniugate in una vastissima serie di significati simbolici (il dualismo femmina / maschio, la contrapposizione tra mondo interiore e mondo esteriore….). L’arte nelle sue varie espressioni ha in ogni tempo reso gloriose e immortali le residenze aristocratiche e i palazzi del potere. Ammiriamo pregevoli forme di manifestazione artistica e di grande bellezza in ogni cultura, e ogni volta ne apprezziamo la capacità di ostentare la grandiosità e la ricchezza dei committenti. Ma fino a pochi decenni fa le uniche costruzioni che raggiungevano dimensioni elevate in altezza erano le cattedrali o gli altri edifici religiosi. E lo slancio verso l’alto ha sempre solo rappresentato la tendenza verso il cielo alla pura ricerca di Dio.
Nei tempi attuali l’ostentazione della ricchezza e del potere sono affidati ad una elevazione dal suolo che permetta di perseguire lo scopo di massimizzare i profitti, e si misura nella quantità di metri quadri in altezza, nelle tonnellate di acciaio e cemento, nel maggior apporto di strumenti tecnologici tesi a supportare le ardite strutture. L’Architettura moderna rende realizzabile lo scopo di massimizzare la resa del lotto, soprattutto per scopi commerciali, in modo che possa contenere quanti più uffici o appartamenti possibile. Ma inevitabilmente l’effetto fondamentale della realizzazione architettonica e ingegneristica è mostrare il potere della grande azienda che l’ha commissionato.
E nei contenuti “estetici” si sperimentano le forme più incredibili, alimentando l’idea tipica che la bellezza del moderno sia nello spettacolare, nel sorprendente, nel trasgressivo. Ma l’uomo, per sentirsi bene in un ambiente deve “umanizzarlo”, perché vive il suo campo di azioni organizzandolo in mete e percorsi, e per orientarsi, funzione fondamentale, si costruisce continuamente immagini mentali che, se ben strutturate, contribuiscono a creare la sicurezza e la stabilità emotiva di cui ha bisogno, aumentano le possibilità di sopravvivenza e di controllo dello spazio. È difficile immaginare un mondo a misura d’uomo in un grattacielo, e poiché una delle proprietà fondamentali dello spazio esistenziale è la distinzione tra orizzontale e verticale si devono creare necessariamente nuove immagini mentali per adattarsi a vivere bene in uno spazio che si sviluppa in verticale, che domina l’ambiente dall’alto e distorce le visioni orizzontali. Ma sapersi adattare a nuovi stili di vita è un processo che partecipa all’evoluzione, come il saper ascoltare gli edifici, che a volte sono silenziosi, altre volte “cantano”, in un modo che tutti possano sentirli, a volte “urlano”, come i grattacieli.
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Foto di apertura da Pixabay