a cura di

Rodolfo Ruocco

Meloni-von der Leyen, miraggio larghe intese

Giorgia Meloni moderata in Europa, decisionista in Italia. Il miraggio, per ora solo un miraggio, è governare la Ue con i popolari di Ursula von der Leyen. La prima scommessa è vincere le elezioni europee del prossimo giugno.

La presidente del Consiglio ha una doppia linea: moderata e dialogante con l’Europa, intransigente con le opposizioni in Italia. Meloni è moderata in Europa. Ha messo da parte i vecchi dissapori e contrasti con von der Leyen. Ora c’è una grande sintonia tra le due donne. Ha incontrato più volte la presidente della commissione europea: in Moldavia per dare il pieno sostegno all’Ucraina aggredita dalla Russia, a Bruxelles, a Roma.

Von der Leyen, Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni visitano le zone alluvionate della Romagna

Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni visitano le zone alluvionate della Romagna

Ursula von der Leyen a maggio ha anche accompagnato la presidente del Consiglio in una visita nella Romagna alluvionata. Ha assicurato la solidarietà e l’aiuto della Ue nella ricostruzione delle aree devastate dalle inondazioni: «L’Europa è con voi». A giugno ha accompagnato Giorgia Meloni in una delicata missione a Tunisi. Ha concordato pienamente nel sostenere finanziariamente la Tunisia in crisi e nel contenere l’arrivo di migranti in Italia: «È nostro comune interesse rafforzare le relazioni e investire nella stabilità e nella prosperità» della Tunisia. Meloni incassa due dividendi: consegue un prezioso aiuto per ottenere fondi europei, compresi quelli del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che faticano ad arrivare; aumenta la credibilità politica del suo governo di destra-centro all’inizio guardato con sospetto da Bruxelles per i dubbi sulla sua affidabilità democratica.

Il marchio post fascista sul governo Meloni, molto forte alla nascita dell’esecutivo in autunno, tende a stemperare. La rottura da parte della presidente di Fratelli d’Italia di ogni legame con l’eredità del fascismo è stata apprezzata dai governi delle democrazie europee. Molto apprezzata è stata anche la svolta europeista e quella atlantista imposte dalla Meloni (seguendo la rotta di Mario Draghi) al governo e a Fratelli d’Italia, il suo partito post fascista.

Von ver Leyen, Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen

Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen

Meloni moderata in Europa ma combattiva. Al consiglio europeo di fine giugno ha ottenuto ben poco anche per i no di Ungheria e Polonia, gli antichi alleati sovranisti di destra. Così ha rinviato l’approvazione dell’Italia del Mes (Meccanismo europeo di stabilità) collocandolo in un “pacchetto complessivo” di trattativa futura per spuntare la riforma del Patto di stabilità per l’euro e uno scudo Ue per contenere i migranti. A Giorgia Meloni serve il sostegno di Ursula von der Leyen. Vuole arrivare al voto di giugno 2024 per l’Europarlamento con una economia italiana in buono stato, con i conti pubblici sostenibili, in sintonia con la commissione europea e con le grandi democrazie occidentali (in particolare con la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti). Non a caso ha rallentato i rapporti con l’Ungheria e la Polonia, i due paesi sovranisti dell’Est retti da governi con tratti illiberali.

La situazione è in movimento. Le previsioni danno una sconfitta delle sinistre e una vittoria dei moderati e delle destre. Però Ursula von der Leyen, tedesca, divenuta presidente della commissione europea grazie a una maggioranza basata su Ppe (Partito popolare europeo) e Pse (Partito socialista europeo) potrebbe ugualmente restare in sella. Se ci fosse una vittoria, come da pronostici, del Ppe e del Partito dei conservatori e riformisti europei (in sigla Ecr) potrebbe farcela. Giorgia Meloni, in buoni rapporti con lei, è presidente sia di Ecr e sia di Fratelli d’Italia.

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