Foto di stokpic da Pixabay

Ripensare oggi, a distanza di oltre quarant’anni, alle esperienze giornalistiche, europeiste e terzomondiste, maturate nell’ambito delle iniziative portate avanti dalla rivista “TUTTI” e dalle associazioni AIGE, CEGI e Comitato Italiano Giovani per l’Unicef, è un esercizio utile e opportuno.

Foto di congerdesign da Pixabay

Utile perché ci dà l’occasione di ricordare, insieme ai protagonisti dell’epoca, l’entusiasmo con cui giovani, poco più che adolescenti, si sono confrontati su temi e problemi che hanno improntato i successivi decenni e che, ancora oggi, formano oggetto di accesi dibattiti.

Opportuno perché dimostra che, di fatto, è sinora mancata, a livello sia nazionale sia internazionale, la volontà politica di affrontare e risolvere questi problemi che, a causa della globalizzazione, si sono acuiti. Uno per tutti la grave emergenza umanitaria causata dai flussi migratori alla ricerca di sopravvivenza. Noi l’avevamo prevista in tempi non sospetti, e per questa ragione ci siamo battuti per sviluppare la cooperazione internazionale e, con essa, l’emancipazione dal bisogno di milioni di esseri umani.

Non sono certo mancati analoghi movimenti d’opinione che, tuttavia, salvo quello recente, per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico, portato avanti dalla giovanissima Greta Thunberg, non hanno avuto la capacità e la forza di incidere effettivamente sui grandi temi dell’Europa Unita e della Cooperazione con i Paesi in via di sviluppo.

Foto di Willi Heidelbach da Pixabay

Nel nostro caso, l’origine di tutto è da attribuire all’amico di sempre Claudio Leone, all’epoca direttore del giornale di istituto “Il Numero” che, di fronte alla crisi della stampa studentesca, determinata dai diversi sistemi di comunicazione dei giovani impegnati nelle lotte del ’68, decise di contribuire alla nascita di una testata unica nazionale “TUTTI”, a vocazione europeista e terzomondista, coinvolgendo oltre 50 giovani direttori di analoghi giornali di istituto italiani.

Per dare corpo al movimento che, man mano, stava crescendo, vennero costituiti l’Associazione Italiana Gioventù Europea (AIGE), la Cooperativa Centro Giovanile per la Cooperazione Internazionale (CEGI) e il Comitato Italiano Giovani per l’Unicef.

Senza voler minimamente paragonare il nostro Claudio alla giovane Greta né essere autocelebrativo, mi piace ricordare che il fenomeno di questi giovani, impegnati su temi di così rilevante importanza, iniziò a destare l’interesse dell’opinione pubblica e della politica, tanto da portare al riconoscimento della CEGI quale Organismo non governativo, abilitato alla formazione di giovani volontari e al loro invio, in alternativa al servizio militare, in Paesi extracomunitari nell’ambito di programmi di Cooperazione Internazionale.

Ma, a prescindere dai risultati che, all’epoca, siamo più o meno riusciti a conseguire, cosa ha significato per ciascuno di noi quell’esperienza giovanile, che io considero indimenticabile?

Per quanto mi riguarda, è stata sicuramente un’opportunità di crescita che ha segnato positivamente le mie successive attività lavorative e che mi ha consentito di approfondire temi di grande interesse e imparare a relazionarmi e a confrontarmi con gli altri.

Ricordo ancora l’emozione di tenere, in qualità di presidente dell’AIGE, il discorso di apertura del nostro primo convegno, in un’aula gremita del Palazzo dei Congressi dell’Eur, con a fianco, oltre a Claudio, il prof. Giuseppe Petrilli e l’onorevole Mario Pedini, all’epoca, rispettivamente, presidente dell’IRI e sottosegretario di Stato al ministero degli Affari Esteri. Per non parlare poi delle numerose iniziative all’estero a cui abbiamo partecipato.

Foto di John Hain da Pixabay

Posso tranquillamente affermare, senza tema di smentita, che, per “Tutti” noi, aver vissuto questa comune esperienza ci ha consentito di aprire la nostra mente e di prepararci, in modo consapevole, ad affrontare le sfide che nella nostra vita abbiamo dovuto affrontare.

Oggi, sempre grazie all’ammirevole caparbietà e determinazione di Claudio, ci ritroviamo di nuovo insieme, con qualche anno in più ma con lo stesso entusiasmo, impegnati nel rilancio di quel laboratorio di idee e di iniziative che ci ha accomunato e che, con l’acquisita maturità, sono certo potrà concorrere all’affermazione dei nostri ideali.

Rosario Salonia