Qualche giorno fa un giovane head of trading con diversi successi alle spalle, mi faceva notare l’improbabilità di un asse Russo-Cinese-Indiano, perché la Cina non può rinunciare al mercato occidentale mentre l’India è un membro attivo del Commonwealth.

Alla mia replica si è però riservato di verificare se fosse vero che quest’anno, l’India non esporta grano causa esigenze della popolazione.

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Conoscendo la comune ammirazione per la religione civile USA, mi sono chiesto come mai solo a me, questa, non facesse velo al biasimo per la personalizzazione delle critiche alla Russia. La convinzione che Vladimir Putin sia vero e unico ostacolo alla fine delle ostilità è diffusa: il generale ucraino Budanov è addirittura arrivato a concludere che solo la morte fisica del presidente russo farà terminare il conflitto. Spero Putin sia effettivamente l’unico a ritenere la Nato intenzionata a distruggere la Russia e l’invasione dell’Ucraina il solo modo per impedirlo. Se difatti così non fosse e Putin fosse spalleggiato non solo dal cerchio magico ma da stati maggiori, ufficiali operativi delle Forze Armate e maggioranza della popolazione, la soluzione sarebbe difficile.

Il 20º secolo ha fatto della Politica una Religione, perché capace di fidelizzare milioni di individui al progetto di un’Entità, cui ci si stringe in caso di minaccia. Filosofi, antropologi, sociologi sono divisi sulla possibilità che la politica possa essere sacralizzata e ancor di più sulle cause che renderebbero le sue diverse declinazioni altrettante religioni. Tutti però convengono che le entità totalitarie del XX secolo sono state religioni politiche e lo stesso vale, oggi, per le democrazie e le sue religioni civili.

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Il carattere religioso della Politica sarebbe costituito dal sistema di credenze, riti e simboli capaci di convincere che la soddisfazione delle esigenze umane possa passare per i fini che le Entità Politiche propongono di perseguire. Secondo la tesi, le Religioni della Politica si distinguono dalle Religioni Secolari per offrire la possibilità di una vita migliore su “questa” terra mentre, tra di loro, si distinguono in civili, quando riconoscono la libertà dell’individuo di seguire religioni diverse, e politiche, quando non riconoscono questa libertà individuale. Questa rappresentazione di Religione riporta al concetto di forma di lingua, la categoria nella quale si collocano Linguaggio, Etica, Filosofia, Matematica, Estetica ecc. in quanto modalità tramite cui l’Uomo spiega, in modo organizzato attraverso la Ragione, i suoi rapporti col Mondo.

Così si parla di religione per tifo sportivo, ambiente e guerra. Tornando alla speranza che Putin sia l’unico ostacolo a pace e recupero della Russia nella comunità del Mondo, mi terrorizza la possibilità di Putin dio terrestre della religione politica della Russia contemporanea, numen della democrazia neo-autoritaria e del Popolo russo convinto della sua sacralità. Mi terrorizza perché il concetto di “sacro” implica disponibilità al sacrificio estremo.

L’invasione dell’Ucraina sembra una decisione presa dopo anni di studio dell’Occidente, delle sue esigenze e debolezze; dopo la riorganizzazione delle Istituzioni sociali, politiche e militari russe seguita a implosione dell’URRS e fallimento della rivoluzione yeltsiniana. In questa lunga fase Putin ha costruito il suo potere: recuperando, con le buone e le cattive, la Russia al Popolo russo; intestandosi la svolta democratica con l’elezione diretta del Capo dello stato; contenendo lo spirito di rivalsa dei militari ex sovietici, convinti a tirare la cinghia per anni e di Nomenklatura e Apparatchik, di cui fa parte, convinte ad adottare il Capitalismo globale e rendere disponibili le risorse energetiche del Paese alla fame dell’Occidente.

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All’esito di questa lunga fase, Putin ha riconquistato alla Russia il ruolo di potenza mondiale, seppur economica, e rilanciato la sua divinizzazione come Patria, riservandosi di recuperarle quello di potenza militare mondiale. Da 5 anni Putin aspettava il pretesto per lo show-down e il flirt dell’Ucraina con l’Occidente gli ha fornito la scusa perfetta. Quindi le domande sono: Putin vuole veramente la 3^ guerra mondiale, distruggere la NATO e ri-espandersi a OVEST? Io penso di no; penso voglia recuperare ruolo mondiale alla Russia, cioè a Lui, creando un blocco antagonista all’Occidente, con mercato, moneta e capitalismo credibili ma antagonisti a quelli occidentali.

Per questo ha strutturato la Russia come una democrazia neo-autoritaria alternativa a quelle parlamentari e presidenziali. Putin guarda a Cina, India e Nazioni del Far East, perché in questi paesi il neo-autoritarismo è in germe e, se adottato, spaccherebbe a metà il Mondo, come una mela. A Putin dei Paesi dell’ex patto di Varsavia non interessa nulla, non sono stati mai russofoni ma vassalli timorosi.

Decisivo sarà accertare se il Popolo russo è con Lui e convincere Cina e India che seguirlo non è nel loro interesse.

Peraltro non ci vorrà molto per sapere come finirà.

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