Categoria: Inchieste

Geopolitica d’estate: conflitti globali e interconnessioni invisibili

Se alcune parti del mondo sono in fiamme e altre in grande fermento politico, questa estate ci ha reso ancora più chiaro come il mondo in cui viviamo sia sempre più interconnesso e che nessuna delle questioni che ci assillano, all’ombra dei nostri ombrelloni, possono essere valutate e analizzate senza prendere in considerazione un quadro più complesso e ampio. Per questo motivo abbiamo voluto dedicare una sezione importante del nostro sito pubblicando contributi di autorevoli inviati, diplomatici e accademici che analizzano i vari aspetti di questo intreccio globale.
Basta pensare al versante africano dei conflitti nelle lontane terre del Sahel in cui si incrociano terroristi islamici con tecnici militari ucraini, la CIA con militari francesi fino ai mercenari della Wagner.
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Quando parlano le urne

Gli ultimi mesi hanno registrato una grande fermento democratica, con elezioni, per esempio quelle europee che hanno coinvolto quasi 500 milioni di cittadini, altre elezioni in Francia con annunciato cambio di governo, sorprese e rigurgiti democratici in Iran, cocenti sconfitte di maggioranza governativa come in Germania e alcune riconferme ai vertici dell’UE. … CLICCA SULL’IMMAGINE PER LEGGERE L’INCHIESTA

Il futuro dell’Europa dopo le elezioni

Lo scenario internazionale ha avuto un grande impatto sulla campagna elettorale e sui risultati delle recenti elezioni europee, ed è rimasto in questi primi giorni dopo il voto strettamente intrecciato al futuro dell’Unione europea, che è uno dei principali argomenti di interesse per la nostra associazione e per il nostro sito.
Per questo pubblichiamo in questa sessa sezione in evidenza sul sito, alcune autorevoli analisi politiche sui risultati elettorali e sul loro impatto sul futuro delle istituzioni UE, sulle nomine dei vertici ma non solo, soprattutto sul destino delle politiche… CLICCA SULL’IMMAGINE PER LEGGERE L’INCHIESTA

Libertà di stampa, valore assoluto

“Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” così recita l’articolo 21 della Costituzione italiana. È un principio fondamentale di una delle migliori Costituzioni al mondo. Da mesi il dibattito politico e culturale italiano ruota intorno al tema della libertà di stampa e al potere della politica di introdurre nuove norme. Anche noi abbiamo deciso di partecipare al dibattito pubblicando articoli ed opinioni di autorevoli commentatori. È uno spazio libero di analisi, avviato già nei numeri scorsi, con una sola connotazione: la libertà di stampa va difesa sempre e comunque. CLICCA SULL’IMMAGINE PER LEGGERE L’INCHIESTA

Analisi, interviste e proposte per affrontare la situazione carceraria in Italia

Il mondo del carcere e della pena è un sistema complesso e ai più sconosciuto ma il crescente  numero di suicidi, di omicidi e di fenomeni di autolesionismo ci devono interrogare come cittadini e uomini di buona volontà che hanno a cuore il bene della società in cui viviamo.
Tutti Europaventitrenta vuole fare di questo tema uno dei suoi temi innanzitutto per fare una fotografia della situazione e poi per capire il sistema legislativo nel quale ci muoviamo….
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Analisi, interviste e proposte per affrontare la situazione carceraria in Italia

Il mondo del carcere e della pena è un sistema complesso e ai più sconosciuto ma il crescente  numero di suicidi, di omicidi e di fenomeni di autolesionismo ci devono interrogare come cittadini e uomini di buona volontà che hanno a cuore il bene della società in cui viviamo.
Tutti Europaventitrenta vuole fare di questo tema uno dei suoi temi innanzitutto per fare una fotografia della situazione e poi per capire il sistema legislativo nel quale ci muoviamo, per coinvolgere esperti e cittadini su cosa si può fare per tenere insieme esigenze di sicurezza ed efficienza e criteri attenti ai diritti dell’uomo….
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L’orrore delle stragi e la paura dell’Atomica

Una pioggia di bombe. La Russia ammassa truppe per sfondare nel Donbass. Aerei, missili, artiglieria bombardano le città ucraine dell’est e del sud. Mariupol è ridotta in macerie. Le truppe russe sono penetrate nella città affacciata sul Mar d’Azov ma un gruppo di soldati ucraini ancora resiste.
Le bombe hanno ripreso a colpire anche Kiev e Leopoli. I bersagli sono le fabbriche di armi e il quartier generale di Zelenski nella capitale ucraina. La ritirata dell’esercito russo dall’Ucraina del nord ha riservato agghiaccianti sorprese: le fosse comuni piene di cadaveri di civili come a Bucha. Una strage di civili c’è stata anche a Kramatorsk: uno o due missili sono caduti sulla stazione ferroviaria massacrando le persone in fuga dalla guerra.
Le bombe russe non hanno colpito solo obiettivi militari ma anche case, ospedali, scuole. I paesi occidentali, in testa gli Stati Uniti, hanno risposto con le sanzioni contro la Federazione Russa e con l’invio di armi all’Ucraina. La tensione politica è diventata altissima tra Washington e Mosca. Biden ha definito Putin un “criminale di guerra”, un “dittatore”, un “macellaio”. È risuonata l’accusa dirompente di “genocidio”. Il presidente americano e quello ucraino l’hanno scagliata contro Putin, e quest’ultimo l’ha usata contro Zelensky…

Salto ad ostacoli su Ucraina, debito ed Euro

Non bastava il Covid-19. Non bastavano le infinite varianti del virus. Non bastavano gli enormi lutti, il dolore, i disastri sociali ed economici causati dalla pandemia. Adesso l’Europa deve fare perfino i conti anche con il pericolo di una terza guerra mondiale.

Guerra no vax sì vax

Circa 30.000 nuovi contagi al giorno e più di 100 morti. Il Covid torna a far paura in Italia. I morti da Coronavirus hanno oltrepassato i 135.000 dal febbraio 2020, da quando la pandemia cominciò a funestare il nostro paese.

Tra flop e mezzo flop

Flop, mezzo flop, messaggio di speranza. Sono diversamente modulati in negativo i commenti sui risultati della ventiseiesima conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici, ma nessuno ha parlato di un successo.
Lo stesso presidente della Cop26 Alok Sharma è sbottato alla conclusione dei lavori di Glasgow: «Sono profondamente dispiaciuto». L’ex potente ministro dell’Economia di Boris Johnson, cittadino britannico di origini indiane, sperava di più. Sperava in una intesa globale fatta di impegni per combattere i disastri naturali: uragani, alluvioni, siccità, innalzamenti dei mari provocati dall’aumento delle temperature. Invece le due settimane di discussioni formali ed informali tenute ai primi di novembre hanno partorito accordi generici…

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