Categoria: Inchieste

L’orrore delle stragi e la paura dell’Atomica

Una pioggia di bombe. La Russia ammassa truppe per sfondare nel Donbass. Aerei, missili, artiglieria bombardano le città ucraine dell’est e del sud. Mariupol è ridotta in macerie. Le truppe russe sono penetrate nella città affacciata sul Mar d’Azov ma un gruppo di soldati ucraini ancora resiste.
Le bombe hanno ripreso a colpire anche Kiev e Leopoli. I bersagli sono le fabbriche di armi e il quartier generale di Zelenski nella capitale ucraina. La ritirata dell’esercito russo dall’Ucraina del nord ha riservato agghiaccianti sorprese: le fosse comuni piene di cadaveri di civili come a Bucha. Una strage di civili c’è stata anche a Kramatorsk: uno o due missili sono caduti sulla stazione ferroviaria massacrando le persone in fuga dalla guerra.
Le bombe russe non hanno colpito solo obiettivi militari ma anche case, ospedali, scuole. I paesi occidentali, in testa gli Stati Uniti, hanno risposto con le sanzioni contro la Federazione Russa e con l’invio di armi all’Ucraina. La tensione politica è diventata altissima tra Washington e Mosca. Biden ha definito Putin un “criminale di guerra”, un “dittatore”, un “macellaio”. È risuonata l’accusa dirompente di “genocidio”. Il presidente americano e quello ucraino l’hanno scagliata contro Putin, e quest’ultimo l’ha usata contro Zelensky…

Salto ad ostacoli su Ucraina, debito ed Euro

Non bastava il Covid-19. Non bastavano le infinite varianti del virus. Non bastavano gli enormi lutti, il dolore, i disastri sociali ed economici causati dalla pandemia. Adesso l’Europa deve fare perfino i conti anche con il pericolo di una terza guerra mondiale.

Guerra no vax sì vax

Circa 30.000 nuovi contagi al giorno e più di 100 morti. Il Covid torna a far paura in Italia. I morti da Coronavirus hanno oltrepassato i 135.000 dal febbraio 2020, da quando la pandemia cominciò a funestare il nostro paese.

Tra flop e mezzo flop

Flop, mezzo flop, messaggio di speranza. Sono diversamente modulati in negativo i commenti sui risultati della ventiseiesima conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici, ma nessuno ha parlato di un successo.
Lo stesso presidente della Cop26 Alok Sharma è sbottato alla conclusione dei lavori di Glasgow: «Sono profondamente dispiaciuto». L’ex potente ministro dell’Economia di Boris Johnson, cittadino britannico di origini indiane, sperava di più. Sperava in una intesa globale fatta di impegni per combattere i disastri naturali: uragani, alluvioni, siccità, innalzamenti dei mari provocati dall’aumento delle temperature. Invece le due settimane di discussioni formali ed informali tenute ai primi di novembre hanno partorito accordi generici…

Deriva in acque pericolose

Dieci anni fa era una piccola febbre infettiva. Adesso è diventata una malattia gravissima da coma profondo. I giornali italiani, e l’informazione più in generale, vivono una catastrofe che fa impallidire la crisi delle testate europee ed americane. In Italia molti quotidiani e riviste hanno chiuso i battenti mentre chi è sopravvissuto vive difficoltà gravissime: copie vendute a picco, redazioni svuotate, precariato e lavoro nero a pioggia.
I giornali di carta in genere vanno malissimo e sono schiacciati dalle perdite, quelli online boccheggiano, le televisioni sono in forte affanno. La crisi è generale ed epocale: la concorrenza di Internet e le interminabili recessioni economiche non hanno avuto risposte adeguate.

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