a cura di

Rodolfo Ruocco

Draghi sfodera il cesarismo dolce

Mario Draghi non vuole correre rischi. Ha garantito personalmente alla commissione europea l’attuazione delle riforme italiane previste dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e di resilienza) sul quale gli uffici di Bruxelles avevano sollevato più di un dubbio.

Così usa il pugno di ferro per evitare brutti scherzi e il rischio di perdere i circa 200 miliardi di euro di risorse destinate dalla Ue all’Italia per la ricostruzione post Coronavirus. La grande novità del presidente del Consiglio è il varo della Cabina di regia, messa in campo per evitare le micidiali paludi della burocrazia italiana. Draghi ha un ruolo chiave su tutto: la Cabina di regia è «presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri» e, in caso di «mancato rispetto» o di ritardi negli impegni, commissarierà ministeri ed enti locali.

SuperMario spinge su un doppio pedale: il confronto e il decisionismo. Lo stesso avviene quando emergono dei dissensi nel suo eterogeneo governo di unità nazionale. È accaduto in particolare con il segretario della Lega Salvini e con il leader del Pd Letta. Alla fine si è imposto. È accaduto anche con i sindacati. Dopo i contrasti ha trovato una soluzione sul tema degli appalti mentre è ancora scontro sulla richiesta di allungare il blocco dei licenziamenti causa virus. Dialogo e decisionismo. Anzi: cesarismo dolce.

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