Un libro molto dettagliato su un argomento che solo pochi conoscono con tanta profondità e che può essere scritto solo da un giornalista che per anni ha seguito la cronaca calcistica. Quello descritto è il mondo degli Ultrà, il cui termine, come ben specifica l’autore, trova la sua origine dal latino “al di là”, ma il motivo che spinge Daniele Poto nel descrivere da un punto di vista cronologico e documentando i molti episodi di violenza delle tifoserie calcistiche ha delle ragioni legate proprio alla natura e alla connessione degli eventi.

Il lettore, frequentatore assiduo dello stadio, troverà delle inspiegabili conferme, chi invece è lontano da quel mondo scoprirà che in uno sport popolare, che unisce molti italiani, vi sia un’anima nera e oscura. Un filo rosso che lega fatti nomi, azioni e partite e sfocia nella violenza, descrivendo magistralmente l’attività e le iniziative degli Ultrà. Un ambiente che ormai ha la sua connivenza e il suo legame con la criminalità organizzata ovvero con la mafia e che ha il potere di influenzare l’attività del calcio al punto di pretendere certi risultati e certe vittorie.

Poto racconta, con un ritmo da romanzo criminale, date, nomi e fatti documentati su quante vittime e quante persone si sono incrociate sino ad oggi a partire dal primo lontano episodio di violenza che avvenne nel 1968, le cui fonti consultate sono elencate anche nella ricca bibliografia a fine volume. Al lettore potrebbe sembrare uno scenario irreale perché nel leggere l’opera è naturale domandarsi che cosa tutto questo abbia a che fare con lo sport.

In realtà lo scrittore ha deciso di condurci in questo viaggio di rivisitazione della violenza perché dopo il caso Piscitelli-DiaboliK, il suo assassinio e la relativa inchiesta, niente è diventato più emblematico per far capire a chiare lettere che il calcio è anche un fatto economico e che dietro tutto questo vi sono interessi e poteri molto alti che difficilmente si possono fermare.

I vari tentativi del legislatore per arginare il fenomeno non sono stati fruttuosi, anzi quasi come un ossimoro, hanno contribuito indirettamente a legittimare le azioni di violenza con riconoscimenti ufficiali dell’esistenza dello stesso. A volte si domanda l’autore se la mancanza di efficacia della normativa sia dovuta ad una voluta tolleranza perché in qualche modo la violenza deve trovare un canale di sfogo e alcune frange devono liberarsi in maniera naturale dell’odio endemico.

Tifosi violenti –  Foto di Wolfried Pätzold

Un fenomeno che viene da lontano e il libro ci spiega anche il mondo degli Hooligans britannici, facendo i dovuti raffronti. Certo gli Hooligans sono più famosi e sembrano più temibili, ma sono lontani e nonostante ciò hanno avuto la capacità di farsi conoscere anche in Italia.

Di questo volume, che si legge in un soffio, il lettore potrebbe rattristarsi vedendo tanta violenza e tante connivenze, ma l’autore riesce a rendere più leggera la sua lettura avendo alla fine del volume preparato una mirabile rassegna di film e di rappresentazioni teatrali, a partire dal recente spettacolo del 2019 “Romeo l’Ultrà e Giulietta l’irriducibile” sino al cortometraggio del 1961 “Veliki Okrasj”, che sono delle opere significative, non tutte italiane, molte sono britanniche, in cui il mondo della tifoseria violenta del calcio abbia avuto un ruolo nella scenografia.

Ci si stupirà nel vedere quanti titoli hanno nelle loro storie una traccia di questi episodi. Ma in fondo non è necessario provare sorpresa, la violenza negli stadi iniziò molti anni or sono quando ai tempi degli antichi romani si organizzavano gli spettacoli per il popolo e si diceva con disinvoltura di regalare alle masse “Panem et circenses” allo scopo di distogliere la gente dalle vere problematiche della vita. La violenza degli Ultrà sembra il loro migliore intrattenimento e li tiene impegnati e li distoglie da altri orizzonti.

 

 

La nuova frontiera degli Ultrà

Dalle origini del tifo al caso Piscitelli-Diabolik

Libro di Daniele Poto

Editore Absolutely free libri, 2021