a cura di

Rodolfo Ruocco

I giornali-partito al posto dei partiti

Il “giornale partito” è una anomalia comparsa all’inizio del 1976 con la nascita di la Repubblica. Partiti e giornali, prima, erano due soggetti diversi con compiti diversi. Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica, ha usato una perifrasi per illustrare la sua creatura centauro: «Repubblica è un giornale politico, è meno di un partito ed è più di un partito».Giornale partito, Vignetta di Controvento

La formula del successo fu l’invenzione del “giornale partito”. Dopo una primissima fase filo socialista, cambiò rotta. Individuò i “bersagli”: il Psi di Craxi e la Dc di Andreotti, Forlani, Gava. La strategia editoriale era di convertire il Pci di Berlinguer, il più grande Partito comunista dell’Occidente, in una forza liberaldemocratica. L’impostazione fu condivisa da Carlo De Benedetti, potente imprenditore italiano, per decenni editore della testata.

Con la Seconda Repubblica Scalfari e De Benedetti cambiarono bersaglio: nel mirino fu posto Berlusconi. Poi, gradualmente, Repubblica perse colpi e lettori anche perché gli elettori di sinistra, delusi dal Pds-Ds-Pd, in gran parte votarono per altri partiti. Fino ad arrivare all’emorragia di consensi verso i partiti populisti, il M5S di Grillo e la Lega di Salvini.

La lezione del “giornale partito”, però, non è andata persa. Diversi quotidiani l’hanno tentata con alterna fortuna. Negli ultimi anni il Fatto ha cercato di catturare con un certo successo i lettori di sinistra sottraendoli a Repubblica. Ha posto come “bersagli” Berlusconi, Renzi, Draghi. Il direttore de il Fatto Travaglio si è fatto alfiere dei grillini e, in particolare, di Conte anche se ultimamente si è un po’ smarcato perché il presidente del M5S lo ha deluso affermando: Berlusconi «ha fatto anche molte cose buone».

Sul fronte opposto La Verità e Libero, invece, sono andati a caccia degli elettori di destra. Il direttore della Verità Belpietro ha sottratto lettori a Libero e al Giornale corteggiando i no vax. I “bersagli” sono Renzi, Conte, Draghi mentre le simpatie vanno soprattutto a Salvini.

Anche i “giornali partito” vivacchiano. La carta dei quotidiani centauro, mezzo giornale e mezzo partito, non è certo quella giusta per superare la drammatica crisi della stampa italiana. Giornali e settimanali patiscono un drammatico crollo delle vendite.

VISUALIZZA ARTICOLO

TAG

Condividi!

Condividi questo articolo!