a cura di

Rodolfo Ruocco

Draghi Lord Protettore
di Meloni ma non basta

S’incrina lo scudo internazionale di Mario Draghi Lord Protettore del governo Meloni. Alla fine la Ocean Viking ha sbarcato i 230 migranti a Tolone in Francia e non a Catania in Italia. Per la presidente del Consiglio italiana lo sbarco a Tolone è una vittoria amara.

Con Emmanuel Macron è scontro. L’accusa all’Italia è di aver violato le regole, si delineano gravi conseguenze nei rapporti bilaterali. Il presidente della Repubblica francese permette lo sbarco «in via eccezionale» per un motivo «umanitario». Contesta a Giorgia Meloni la violazione del diritto internazionale: sarebbe spettato all’Italia, porto sicuro più vicino, accogliere i migranti.

Il governo italiano rigetta le accuse ma cerca di sdrammatizzare. Lamenta la mancanza di solidarietà francese ed europea sul fronte dell’immigrazione dai paesi africani e asiatici. Giorgia Meloni respinge le accuse di irresponsabilità, ricorda i 90.000 migranti accolti nel 2022 dall’Italia, è «molto colpita dalla reazione aggressiva» del governo francese e dalle ipotesi di «ritorsioni». Sarebbe saggio «isolare gli scafisti» e non l’Italia. La presidente del Consiglio punta a trovare una soluzione europea: «Se isoliamo l’Italia non abbiamo risolto il problema. L’importante è cercare soluzioni nel Consiglio Europeo».

È totalmente cambiato il clima tra la Francia e l’Italia. A fine ottobre il faccia a faccia tra Macron e la Meloni, avvenuto a sorpresa a Roma, era andato abbastanza bene. Il presidente francese parlava di un «primo incontro» per consolidare il dialogo e l’amicizia tra i due Stati. La presidente del Consiglio rilanciava: «Ci capiremo, con la franchezza che ci è propria».

Rischia di andare in fumo tutto lo sforzo di Draghi di accreditamento internazionale del nuovo governo di destra-centro. Tutto l’impegno per fugare i dubbi sulla credibilità democratica e occidentale su Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, un partito post fascista. L’ex presidente del Consiglio, dopo la vittoria elettorale della coalizione di destra-centro, aveva garantito: «Non c’è preoccupazione» in Europa e negli Stati Uniti sul governo Meloni.

Draghi ha cercato di aiutare Giorgia Meloni “prestandogli” anche il suo ex ministro Roberto Cingolani divenuto consulente per l’energia del governo di destra-centro. Proprio sull’energia l’ex presidente del Consiglio aveva costruito una grande intesa con Macron (ha appoggiato la proposta di fissare un tetto europeo al prezzo del gas). Il tecnico Draghi ha assunto un ruolo di Lord Protettore del governo Meloni, come predisse Rino Formica a fine agosto. L’ex dirigente del Psi all’epoca di Bettino Craxi scrisse sul quotidiano “Domani”: Draghi poteva svolgere con la Meloni il ruolo del «lord protettore moderno».

Effettivamente è andata come aveva vaticinato Rino Formica ma le difficoltà sono subito arrivate per Giorgia Meloni. Mario Draghi Lord Protettore ma non troppo.

 

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