Il Qatargate ha evocato il verso virgiliano “quid non mortalia pectora cogis auri sacra fames“, traducibile “a quale ignominia non induci gli esseri umani, maledetta fame dell’oro!

Solo partendo da questa irresistibile pulsione all’arricchimento si può decrittare la scelta di parlamentari europei in carica o meno di diventare agenti di regimi liberticidi a suon di centinaia di migliaia di Euro. In forza di quella pulsione, sono giunti al massimo della doppiezza, dando vita a FIGHT IMPUNITY (COMBATTERE L’IMPUNITÀ), un’associazione finalizzata alla difesa della democrazia e dei diritti civili, fruendo, niente meno, dell’appoggio di oligarchie politiche, che fanno dell’impunità la loro cifra identificativa.

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Siamo dinanzi a un caso di ordinaria disonestà, accoppiata a invereconda doppiezza morale, e non possiamo neanche dire che, per garantismo giuridico, siamo pronti a frenare lo sdegno, in attesa che i magistrati si pronuncino definitivamente; quando nelle case degli indiziati o di loro parenti stretti si trovano pacchi di carta moneta per centinaia di migliaia di euro, non c’è alcuna giustificazione ragionevole. Sorgono, tra l’altro, seri dubbi sull’efficienza di sistemi politici e di intelligence di Paesi molto ricchi, che appaiono piuttosto grulli nell’affidare la tutela dei loro interessi a un assistente parlamentare di bella presenza, ma di nessuna influenza, a un ex parlamentare uscito da un gruppo storicamente e politicamente rappresentativo per confluire in un altro della cosiddetta sinistra/sinistra, del tutto insignificante per numeri e idee, a una parlamentare greca avvenente quanto imprudente, al punto di rilasciare nell’aula di Strasburgo a favore dell’emiro qatarino un attestato di sensibilità democratica e di attenzione verso i lavoratori addetti alla costruzione dei faraonici stadi per il campionato mondiale di calcio, molti dei quali condannati a morte per eccesso di fatica e per mancanza di sistemi di protezione.

I dubbi, però, perdono ogni senso, se si riflette che la stragrande maggioranza dei Paesi che hanno il controllo delle fonti energetiche fossili di sicuro vede con timore la sensibilità che va montando sulla questione dell’ecosostenibilità e sulla pochezza degli impegni assunti nelle Conferenze di Glasgow (novembre 2021) e di Sharm el-Sheik (novembre 2022) timidi di sicuro, ma, in ogni caso, favorevoli a una profonda revisione delle strategie energetiche.

“Greta Thunberg a Mynttorget, Stockhom” di ulricaloeb – licenza CC BY 2.0.

Intanto, nelle democrazie occidentali, la faccia pulita di Greta Thumberg e quelle dei coetanei e delle coetanee, che hanno trovato coesione con lei e per lei, hanno fatto assumere l’obiettivo di modificare sistemi di vita, di consumi e di accumulazione della ricchezza il valore di un fenomeno di massa, facendo da fattore mobilitante di vere e proprie rivolte, rintuzzate con violenza sanguinaria, su questioni di diritti civili ossificate da secoli nei regimi teocratici e monocratici (Iran e mondo mussulmano in genere).

Questa conflittualità sociale, animata da amore per la democrazia, da attaccamento alla sopravvivenza del globo terrestre e dal bisogno di libertà, che si manifesta in forme e contesti diversi, trova nell’Europa il punto di riferimento e il sostegno più forte.

Le monocrazie e le teocrazie non possono tollerarlo e, non arrivando, almeno ad oggi, a considerare la prospettiva di uno scontro armato che vada oltre i confini della Madre Russia, hanno scelto la strada di mettere in dubbio l’attendibilità delle Istituzioni che governano l’Unione Europea, prima tra tutte quella che nasce dalla volontà popolare, il Parlamento.

Sulle orme di Putin, che pretende di gabellare come difensiva la sua guerra contro l’Ucraina, è presumibile che lui e i gerarchi di altri Paesi che lo sostengono (direttamente, l’IRAN, la Serbia, indirettamente, la Cina che riapre il capitolo Taiwan, la Corea del Nord) affidano a carcerazioni, manganellate, sventagliate di proiettili su manifestanti inermi e finanche all’uso disinvolto del patibolo la funzione della salvaguardia dei loro sistemi di potere, sostenendola con azioni di deterioramento della credibilità dell’Unione Europea, e accreditando, oltre ogni ragionevole dubbio, la corruttibilità soprattutto della parte che si definisce sinistra politica, che si è sempre battuta per la democrazia, la libertà, la partecipazione, l’onestà. Per Paesi e regimi carichi di ricchezze la cosa più semplice da costruire è, infatti, una politica delle laute mance, messe nelle tasche e nelle valigie di ex parlamentari, ex presidenti del consiglio, ex cancellieri, ex premier e renderle di dominio pubblico al momento giusto sui media e ancora di più sui social, accettando di buon grado di farsi considerare degli sprovveduti.

Sulla scia di quanto è accaduto nella storia, che ci ha lasciato l’aforisma ciceroniano “Senatores boni viri, senatus mala bestia”, che può essere tradotta “I senatori sono dei bravi uomini, il Senato è una bestia cattiva” e delle tragedie politiche del XX secolo, l’aggressione all’organo emblematico della democrazia rappresentativa è un avvertimento chiarissimo; non dimentichiamo che negli Stati Uniti d’America il presidente uscente Trump ha provato a proseguire il suo mandato, animando un’aggressione fisica, devastatrice e soprattutto dissacrante contro il Congresso.

In fondo, che volete che siano alcune decine di milioni e anche di miliardi di Euro distribuiti in mazzette a sinistra e, per equità, anche al centro e a destra! Quello che conta, aldilà del destino di singole persone, è l’indebolimento della democrazia con il contemporaneo rafforzamento dei regimi totalitari che sapranno difendere le loro ricchezze nei rispettivi sottosuoli, riportandole a utilizzi crescenti e chiudendo il capitolo dell’ecosostenibilità, tanto ci vorranno alcuni anni prima che il globo terrestre si dissolva, fiduciosi, caso mai, che, nel frattempo, Elon Musk e suoi emuli sappiano realizzare un’arca ultramoderna che porti i pochi signori del globo terrestre in qualche posto tranquillo dell’Universo.

 

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