Nel corso del festival dello sviluppo sostenibile promosso da AsVis tenutosi lo scorso autunno, la rete Tutti Europa – embrione di quella che è oggi l’associazione Tutti Europa 2030 – ha promosso la conferenza “Rendersi doppiamente utili” Agenda 2030 Giovani e Sostenibilità, insieme all’Università di Padova. Durante questa circostanza, ho avuto il privilegio di presentare il mio progetto sull’assistenza sanitaria sul territorio e la farmacia come punto di formazione multidimensionale.

Gazebo per tampone anti Covid-19 di una farmacia

A cavallo tra la prima e la seconda epidemia di Covid-19, che ha messo in ginocchio le economie e i sistemi sanitari di quasi tutto il mondo, il progetto nasceva dalla volontà di fare tesoro delle lezioni imparate nel corso di un anno che ha sconvolto la nostra realtà e le nostre vite. Dopotutto, mai come nel 2020 si è scritto, parlato e analizzato a proposito dei diversi modelli di sistemi sanitari italiani, europei ed extraeuropei per valutarne la resilienza, incrociandone la struttura con le scelte politiche dei governi regionali e nazionali.

Fondamenta della proposta avanzata da Tutti Europa 2030 erano: 1) riconoscere la necessità di espandere e fortificare la rete dell’assistenza sanitaria territoriale per prevenire la formazione di situazioni emergenziali e sgravare la pressione dalla sanità ospedaliera, 2) estrarre e mettere a sistema il potenziale professionale rappresentato dalla rete di farmacisti e farmacie come primo punto di contatto con i pazienti, 3) diffondere e sfruttare l’opportunità rappresentata dai sistemi digitali in campo salute e benessere.

A distanza di pochi mesi abbiamo vissuto due avvenimenti importanti: la seconda ondata nel pieno delle feste natalizie e l’inizio delle campagne vaccinali.

Sebbene prima della brusca interruzione causata dai problemi di approvvigionamento, numeri alla mano, il nostro Paese procedesse a ritmo piuttosto spedito con le vaccinazioni, quello che sembra mancare è lo slancio coraggioso di apportare cambiamenti rivoluzionari nel sistema: osare sfidare la consuetudine e abbracciare la sperimentazione, abbinando una chiara visione della società che vogliamo abitare e la sua realizzabilità in base a cosa ci dicono i dati.

Una dose di vaccino anti Covid-19

Certo, il vizio italiano di impelagarsi in una crisi di governo ogni 12 mesi o poco più, non consente di portare avanti concretamente una vasta agenda politica – qualunque essa sia – ma bisogna ricordare che ci sono sfide, per affrontare le quali, il tempo ha un costo, e rivedere il modello di sanità con il quale vogliamo affrontare il futuro è una di queste. Lo sanno bene i paesi che erano stati travolti dalla prima epidemia di Sars tra il 2002 e il 2004 e ora di nuovo da Sars-Cov-2.

Così, che il futuro ci riservi il farmacista di famiglia come sostiene Assofarm o il medico in farmacia, come ipotizzato da Rodolfo Ruocco in questo stesso numero di Tutti Europa 2030, nonché un sistema sanitario più diffusamente digitalizzato, è necessario avviare una profonda revisione della sanità che consenta di ottimizzare ed efficientare i processi in modo da dare risultati migliori. Risultati, è importante ricordarlo, che si contano in vite umane, qualità della vita e risorse economiche.

E se nel processo sapremo creare opportunità per i nostri NEET, come ipotizzato all’inizio di quest’analisi, ne guadagnerà non solo la nostra salute, ma la salute di tutta la nostra società.

Foto in evidenza: preparazione di una dose di vaccino anti Covid-19