Immagine di Maria Giovanna Lanfranchi

Quattro tempi

1. Alòfili

Ci sono cose che non si capiscono appieno
che dentro alla propria carne.
[Emilio Cecchi, da Corse al trotto, 1952]

L’estremo canto: l’essere nel pigmento rosso
nel cuore, nella pupilla, nel seme, nella carne.
Nella verità futura; strazio pietoso senza fibra.

[Da Alla lettera erre, (Almanacco) Mondadori, 2011]

 

2. Cos’ è accaduto alla tua anima?

Per una foto di Seferis

 

Anche un’anima
se vuole conoscere se stessa
ad un’anima deve guardare
[Giorgos Seferis, da Argonauti, 1935]

Sì, cos’è accaduto alla tua anima quando hai attraversato
il cuore incupito di Maalula, tra rovine e roccia, tra occhi
folgorati da antri serpiginosi, fungine oscurità, uterini fragori,
luce abbagliata e solitaria?  C’è un dio che agita il mondo,
sommuove le ultime acque della pangea, riscalda i venti,
alimenta odio e amore con irte poesie, con vetrose parole.

Palermo, 2018

 

3. Saggio per cordofoni

«Oh bella Galatea, più soave
dei garofani che spezzò l’Aurora;
[Luis de Góngora, Favola di Polifemo e Galatea, 1612]

Per corde anatoliche vagolano montuose fibrille,
lambiscono di pulviscolo i cremosi retablos gaginiani.
Ora è appena un tatto per confini madoniti:
dolenti timbri di mandolini, dita per mandòle.
Lusinghiero s’inerpica l’odore di salvia: lacca
il portale cinquecentesco, gli offuscati parlatori,
sportelli ferrosi, schermi di fugate estasi, torvi
profili di suore, l’eco dei loro registri tiptologici.
Bussa, infine, un refolo d’Anatolia,
col suo flusso di plumbago sparso per sopite
passioni, per figure disperse, ingombre d’anni,
rancori, odî. L’orologio liso del campanile riceve,
improvviso, d’oltre l’Egeo, l’ombra tozza di Gálata:
ecco pungere, secco e profondo, su tappeti fossili
di nerinee, lo zoccolo coriaceo cavalcato da Europa,
le fiamme coralline tra mielati capelli di Nereidi,
e, contesa dal caliginoso Polifemo di turno,
la mano lattea, mortale, della donna giunta dal nord.

Petralia Sottana, 2018

 

4. Pleuston

Ecco, così mostriamo i nostri corpi,
galleggianti per onde lievi di acque,
gli uni agli altri aderenti, in umida
solitudine di sterpo, di organismo,
tutti della medesima stoffa.

Palermo, 2018
[Dalla raccolta inedita Dove non desidero andare]
Aldo Gerbino

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