Per gli Italici il tema ambientale risulta essere di fondamentale importanza.

L’alba a San Quirico d’Orcia – Foto di  Giuseppe Mondì on Unsplash

Nel 2020, proprio dopo i grandi incendi in Amazzonia e in Siberia, è arrivata repentina nelle nostre vite la Pandemia del Covid-19, quasi una nemesi della Natura torturata. Il virus, in poche settimane ha innescato un’emergenza sanitaria globale con 1,7 miliardi di persone in 50 paesi del mondo costretti a rimanere in casa, con milioni di morti in tutto il mondo. Al tempo stesso, durante i tre lunghi mesi del lockdown, la natura si è ripresa i suoi spazi, è tornata a rigenerarsi con animali per le città, boschi rigogliosi e non disturbati dall’uomo, cieli privi d’inquinamento. Il lockdown dello scorso anno ha rinvigorito molti ecosistemi, ha purificato l’aria molto inquinata di molte città, ha rigenerato il paesaggio sottomesso dall’impronta umana. Gli studi sulla pandemia hanno prodotto ricerche e dibattiti sulla velocissima diffusione del virus non escludendo uno stretto rapporto tra la letalità del Covid-19 e il particolato atmosferico nell’aria.

Mai come in questo periodo storico il ruolo dell’ambiente è così fondamentale per la sopravvivenza del genere umano e per il miglioramento della nostra vita sulla Terra. La Natura è il supporto primario di cui non possiamo fare a meno e che è necessario conservare e tutelare con ogni sforzo. Deforestazione, scioglimento dei ghiacciai e cambiamenti climatici stanno aggravando la situazione del pianeta. Il riscaldamento globale genera estremizzazione del clima con eventi atmosferici violentissimi, siccità, incendi, esplosione della povertà e delle crisi economiche nei paesi del Terzo Mondo. Lo scioglimento dei ghiacciai, che prima sembrava fantascienza, adesso è una drammatica realtà. Il cambiamento repentino, radicale del clima del pianeta, rischia di portare all’estinzione migliaia di specie animali e vegetali e di mettere a serio rischio la stessa esistenza del genere umano.

L’Ecologia Integrale è la chiave per leggere il mondo e la pandemia.

D’altro canto la crisi ambientale porta con sé inevitabilmente la crisi sociale: si può certamente parlare di una complessa crisi “socio-ambientale”, per rispondere alla quale serve un approccio integrale, al fine di combattere la povertà e al tempo stesso prendersi cura della natura.

In Italia l’Ambiente è matrice identitaria, paesaggi di grande bellezza dove sono incastonati monumenti, giardini, grandi alberi, foreste, meravigliose vedute: è questo il nostro preziosissimo patrimonio. L’Italia è uno scrigno ricco di natura con parchi nazionali, aree protette, parchi regionali, con un alto tasso di naturalità. La biodiversità e gli ecosistemi sani sono fondamentali per il miglioramento della nostra salute, rinvigoriscono il nostro benessere fisico, mentale e sociale e sono anche importanti per rilanciare l’economia di interi territori.

Passo Rolle – Foto di Giuseppe Mondì da Unsplash

E in Italia, laddove ci sono le radici identitarie degli Italici, c’è il più alto tasso di biodiversità in Europa. Abbiamo 5.600 specie vegetali, pari al 50% delle specie europee, e oltre 57.000 specie animali, ovvero il 30% di quelle presenti nell’intero continente. Una ricchezza che si concentra in una superficie pari ad un trentesimo di quella europea. Le aree protette sono per il nostro Paese, un vero tesoro.

A livello globale la biodiversità è sempre più a rischio. Il combinato disposto tra l’avanzamento dei cambiamenti climatici ed il declino delle varietà delle specie in natura porta ad un collasso del sistema di produzione alimentare, diventando una minaccia per l’approvvigionamento di cibo di milioni di individui.

È fondamentale tutelare l’intero sistema complesso ed interconnesso nel quale viviamo, tra specie animali e vegetali, specie selvatiche allevate o seminate dall’uomo.

Anche in questo ambito l’Italia risulta essere un virtuoso esempio positivo: contrariamente a quanto accade nel resto del mondo, il nostro Belpaese può contare su un’altissima diversità agroalimentare, con numerosissime specie vegetali ed animali, bene comune per l’intera collettività e patrimonio da preservare e valorizzare.

Le campagne senesi – Foto di Dario Veronesi su Unsplash

Dunque l’Italia è un prezioso scrigno non solo di diversità ambientale ma anche di diversità agroalimentare.

La crisi ambientale ci fa comprendere che la diversità è ricchezza.

Noi Italici dobbiamo lavorare affinché la transizione ecologica si attui attraverso una transizione “italica” che trovi la sua centralità nel Mediterraneo e nell’Europa, cuore pulsante dello scenario geoeconomico internazionale.

La Transizione Ecologica “Italica” deve attuarsi attraverso la valorizzazione della diversità, trovando soluzioni utili a porre fine a quell’economia dello scarto che distrugge la ricchezza e la bellezza del nostro pianeta fatta di biodiversità, non solo ambientali, ma anche umane. È necessario promuovere un’economia volta a tutelare le tipicità, salvaguardando anche la sorte di tanti piccoli produttori agricoli rovinati dal mercato mondiale, che impone prezzi artificiosamente bassi.

A Noi, Italici, consapevoli portatori del valore della “diversità”, spetta il compito di valorizzare la dimensione glocal del mondo: l’ecologia integrale si attua attraverso un giusto equilibrio tra dimensione globale e dimensione locale.