Da qualche anno si discute a Strasburgo sulla opportunità di predisporre il testo di un trattato internazionale a protezione dei diritti degli avvocati.

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Da più di vent’anni, dato che già ne parlava la Raccomandazione R (2000)21 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.

L’anno scorso, è questa la novità, è stato pubblicato dal Comitato dei Ministri uno studio di fattibilità su un nuovo strumento di tutela.

Potremmo pensare di essere vicini all’obiettivo di una convenzione in materia. E invece no.

Innanzitutto per la vastità e diversità delle ipotesi da affrontare. A parlare di avvocati i cui diritti sono in pericolo, il nostro pensiero corre subito a casi clamorosi, come ad esempio la vicenda di Ebru Timtik, avvocata curda, morta il 27 agosto 2020 in carcere in Turchia dopo 238 giorni di sciopero della fame. Era reclusa perché condannata in quanto ingiustamente accusata di far parte di una organizzazione terroristica, per un corto circuito intellettuale comune in Turchia, quello di accusare gli avvocati dei reati di cui sono imputati i loro assistiti.

Ma, in verità, i diritti degli avvocati sono a rischio anche in altri contesti, di ricorrenza più frequente anche in altri Paesi europei. Per esempio tutte le volte in cui l’organizzazione del processo non rispetta i requisiti di uguaglianza delle armi a disposizione delle parti richiesti dall’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

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In secondo luogo, perché definire e circoscrivere diritti specialmente applicabili alla professione legale rischierebbe di nuocere al principio della universalità dei diritti, da riconoscersi a tutte le persone.

Inoltre, perché risulta difficile immaginare un sistema efficiente di verifica degli eventuali inadempimenti da parte dello Stato.

E, in conclusione, perché appare improbabile che gli Stati accettino di legarsi le mani con un ulteriore strumento vincolante in una materia così delicata come l’amministrazione della giustizia.

Sembra più probabile, a questo punto, che si vada incontro a uno strumento non vincolante, come potrebbe essere una riedizione, aggiornata, della Raccomandazione del 2020. Ma sarebbe un risultato deludente. Anche perché, occorre ricordarlo, difendendo i diritti degli avvocati, si tutela più in generale la giustizia per tutti.