Ce la stiamo facendo!
Le truppe dell’invasore vengono ricacciate e presto tutto il Paese sarà liberato da quella sgradita presenza.
I telegiornali di Stato occidentali parlano chiaro ed anche al di là della frontiera si sta prendendo atto del rivolgimento che non può più essere ignorato.
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Foto libera da Pixabay
Segni sempre più evidenti mostrano che il cerchio magico attorno a Putin sta vivendo un momento di grande insofferenza e si aprono le prime crepe nel muro di silenzio che finora ha accompagnato l’azione militare speciale. D’altronde, se non il numero dei soldati, la qualità degli armamenti e dell’istruzione che forniamo sta facendo sentire il suo peso. I mezzi russi, messi fuori uso con facilità ed in gran quantità, vengono abbandonati nella ritirata e si mostrano in tutta la loro obsolescenza alle telecamere occidentali.
Chissà se, chi e cosa manderanno nel Nagorno-Karabakh.
Se si continua con questo ritmo le cose avranno presto la fine che tutti auspichiamo e la vita potrà riprendere anche lontano dal fronte, senza più quello specifico impegno finanziario straordinario che si sta cominciando a far sentire nelle nostre economie.
Ma questa marea di denaro verso (e da) quei campi non si fermerà e gli anni della ricostruzione (come in tutte le “ricostruzioni”) si profilano veramente interessanti e grassi per “capitalisti” e “lavoratori”.
Senza perder tempo con inutili cerimonie si provvederà ai morti ed un nuovo equilibrio si stabilirà fino alla prossima occasione.
E se invece non andasse proprio così?
E se a qualcuno sovvenisse alla mente che, a parte la centrale nucleare + grande d’Europa, ci sono magazzini pieni di atomiche oramai prossime alla scadenza?
Niente paura!
Si tratta di vecchi residuati noti come “bombe tattiche”.
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