Si è parlato molto del Qatar a proposito dello scandalo dei mondiali di calcio ma non condivido la maggior parte delle opinioni e della comunicazione prevalente in Italia. Il Qatar non è l’Iran. Mio figlio lavora a Doha da un anno e io stesso sono andato a trovarlo pochi giorni fa prima di stabilirmi in Thailandia. È un paese straordinario che ha avuto in questi ultimi dieci anni una crescita e uno sviluppo unici al mondo. Da un cumulo di sabbia ne hanno fatto una città straordinaria con una architettura all’avanguardia per la sua bellezza e modernità, opera di architetti occidentali.

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Hanno una crescita economica al primo posto nel mondo e il figlio dell’emiro ha studiato e si è laureato a Oxford e ha avviato una politica di modernizzazione e civilizzazione molto avanzata considerato che parliamo di un paese a cultura mussulmana. Il progresso del paese va avanti ma deve tenere conto di forze conservatrici, costituite dal potere più anziano, e non può che procedere per gradi e mediazioni continue. Un esempio tra tutti: ancora oggi sono proibiti gli alcolici ma questo rappresenta un freno per il turismo e i parlamentari più giovani stanno spingendo per la liberazione delle bevande alcoliche mentre la classe dirigente più anziana frena. Prima o poi anche questa riforma avrà la meglio. Esiste ancora la pena di morte ma non viene praticata da più di venti anni se pensiamo che il Vaticano la ha abolita nel 2001!

Si parla molto dei lavoratori morti durante i lavori per i mondiali ma sono muratori che lavorano a 50 gradi ed è un fenomeno costante in un paese che certo non ha le misure di prevenzione dei paesi occidentali ma dovremmo riflettere sulla piaga dei morti sul lavoro nel nostro paese prima di salire in cattedra e giudicare senza conoscere le reali condizioni. È un paese che non ha criminalità nè droga e le condizioni carcerarie sono di molto migliori delle nostre. Non esiste lavoro nero, tutti hanno un regolare contratto e con i loro stipendi indiani e pakistani mantengono più che decorosamente le loro famiglie nei paesi d’origine.

Le donne non sono emarginate o vessate; una tra tutte la poetessa del Qatar Kaltham Jaber (nata nel 1958): pioniera tra le donne scrittrici del suo paese, narra, spesso, nei suoi racconti le condizioni della donna, e la libertà, spesso conquistata con fatica.

Conclusione: dovremmo scendere dal piedistallo e comprendere che il mondo non è solo l’occidente e che solo politiche di dialogo possono avere un avvenire ma di tutto ciò nessun media italiano ne parla pensando sia stato un bene “esportare” la democrazia con le armi.

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E veniamo al Qatargate. Una sola cosa è certa: sono stati trovati un mucchio di soldi nascosti in sacchi o valige e questo è un evidente segno della commissione di un reato ma mi pongo mille interrogativi. Le indagini sono state compiute dai servizi segreti, è lecito avere qualche perplessità? è normale tenere in carcere e forse torturare la vice presidente del parlamento europeo ormai da due mesi e mamma di una bambina di 23 mesi? è normale che la presidente del parlamento non si indigni ma si mostri prona alla magistratura? quali possono essere i reati contestabili atteso che il parlamento europeo non ha votato nessun atto in favore del Qatar? Perchè non si indaga sui vertici della Fifa all’epoca della decisione? su tutto ciò buio totale!

Insomma un po’ di chiarezza sarebbe opportuna e da parte nostra un po’ di umiltà e lungimiranza.

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