Il libro “David Sassoli: la forza di un sogno” di Gianni Borsa edito nel 2022 dalla piccola casa editrice ITL è la testimonianza di un percorso di vita, quello ovviamente di Sassoli. Lo scrittore lo documenta riportando discorsi, interviste e testimonianze di chi lo ha conosciuto direttamente.

All’inizio del volume si parla della vita giovanile di Sassoli, legato agli scout e agli ambienti cattolici e che grazie alle frequentazioni giovanili, in particolare con Paolo Giuntella, di dieci anni più grande di lui, sviluppa il senso critico approfondendolo con la lettura di autori non scontati. Fa parte di quei cattolici che sono alla ricerca del dialogo e che non sono radicati nelle loro posizioni.

Con la sua laurea in scienze politiche, è determinato a diventare un giornalista. Ma il suo giornalismo è sempre lieve, anche quando arriverà in RAI, i suoi toni sono sempre pacati e garbati. È innato dentro di lui il senso della misura, l’interesse per i problemi sociali e la curiosità. Questa curiosità lo aiuterà anche in campagna elettorale per le Europee, quando oltre ai voti consolidati per la sua notorietà, come giornalista, ha bisogno dei voti dei territori e Sassoli si muove e va in giro a cogliere le difficoltà delle persone. Al Parlamento europeo, nonostante il Covid, riesce a fare il miracolo a mantenere in piedi l’istituzione grazie alle riunioni on line e continua ad incontrare la gente grazie all’uso delle piattaforme. I suoi messaggi sono rassicuranti e smuovono l’Europa bloccata dal Covid a rinascere e a trovare la sua forza e la sua unione. È proprio questa la vita di Sassoli, un uomo che non tradisce i suoi sogni di ragazzo e che riesce a far “volare” tutti noi verso orizzonti pieni di speranze. Le varie testimonianze lo ricordano sempre presente e sempre fiducioso anche quando era malato.

Il libro racconta una storia incoraggiante senza rimpianti, nonostante che la sua vita è stata spezzata prematuramente da un male incurabile.

Infatti resta fermo per le persone il ricordo di un uomo vicino al cuore della gente. Nei giorni della sua scomparsa, mentre in giro vi erano i tanti ricordi ufficiali, qualche romano depositò dei delicati fiori sul portone della sua casa.

A Roma sui portoni si usa mettere un fiocco quando nasce un bambino, in questo caso e non a caso sono stati messi dei fiori per ricordare la presenza di un sogno e di una nuova vita.