I partiti politici italiani viaggiano di elezione in elezione. A parte una piccola tornata di amministrative, l’appuntamento più importante sono le elezioni europee del 2024. Continuo a leggere articoli più o meno scientifici e ad ascoltare dibattiti e talk show sull’Unione Europea. Ho insegnato il diritto dell’Unione Europea per più di trent’anni, e quindi non ho difficoltà a comprendere   alcune esigenze delle quali molto si parla, fra le quali per esempio il voto a maggioranza nel Consiglio Europeo, la creazione di una forza militare europea, ecc.

A votare nel 2024 però, non dovrebbe andarci soltanto la comunità degli esperti, della quale faccio parte, come giornalisti, professori, ambasciatori, e qualche raro politico. I partiti sovranisti ci dipingono l’Europa come un gigantesco apparato burocratico di funzionari strapagati, dediti ad occuparsi di problemi come la dimensione delle uova in guscio. Perché giovani universitari, o appena maturati, cittadine e cittadini delle periferie delle grandi città, che vivono problemi di sopravvivenza, dovrebbero andare a votare per una Europa così?Tutti questi esperti – dai quali non posso comunque chiamarmi fuori –  si parlano tra loro, di cose che sanno, ma nessuno si preoccupa di spiegare ai cittadini vecchi e giovani perché l’Europa è importante, ed è importante perché ha fatto molto per loro. Inutile dire che l’argomento secondo il quale l’Europa ha impedito le guerre tra i nostri paesi, non funziona più, perché nessuno pensa che la Danimarca potrebbe invadere l’Olanda, e certo non è l’Europa ad aver impedito l’aggressione di Putin all’Ucraina.

Grazie all’Europa un medico è medico e può fare il suo mestiere nei 27 paesi dell’Unione. Precedentemente occorreva un complesso riconoscimento dei titoli, che privilegiava i medici cittadini di ogni paese. Grazie all’Europa un lavoratore può rispondere ad una offerta di lavoro in ogni paese europeo, conservando i suoi diritti alla sanità e alla pensione. Prima della UE la Volkswagen Golf, che tanto piace al mio amico Claudio, costava in Belgio il 30% in meno che in Italia. Mentre oggi il suo prezzo è uguale in tutti e 27 i paesi. Quando ero giovane ricercatore, per comprare un libro in Inghilterra, ero assoggettato al cambio librario: il libro mi costava 3 volte il suo prezzo.  Sempre grazie alla UE un giovane italiano può aprire una piccola produzione di gelati in Danimarca, rispettando le leggi del paese. Possiamo inviare liberamente somme di denaro in tutta Europa, con un semplice clic dal nostro conto corrente. L’agricoltura esiste ancora nei paesi europei grazie agli aiuti e contributi offerti dalla politica agricola comune, anche se li dobbiamo aggiornare e migliorare. La regolamentazione europea della pesca ha permesso di difendere le risorse ittiche dei nostri mari, anche se non piace a molti pescatori.

Il logo dell’Erasmus+ – Foto pubblico dominio da wikipedia.org

I nostri ragazzi danno per scontato il formidabile programma Erasmus. Non sanno che sarebbe stato del tutto inconcepibile in precedenza, che si potessero frequentare corsi e sostenere esami per un anno, in una Università di un altro paese europeo, come avviene nella Università alla quale sono iscritti. Il problema delle concessioni balneari preoccupa la nostra politica, ma è grazie a una normativa europea se finalmente l’Italia sarà costretta a regolare seriamente concessioni date senza procedure (nepotismo? corruzione?) che riguardano le spiagge, che sono beni pubblici e che dovrebbero essere riservate soprattutto ai cittadini, invece che prevalentemente sfruttate da singoli imprenditori.

Ci preoccupiamo se l’Europa minaccia di scrivere “nuoce alla salute” su un nostro fantastico vino rosso, ma dimentichiamo che anche grazie all’Europa sono stati banditi coloranti, conservanti e prodotti per l’agricoltura che nuocciono alla salute.

E poi c’è l’Euro, una sola moneta che possiamo utilizzare in 20 paesi, evitando i calcoli dei cambi, che facevamo prima per valutare i prezzi di prodotti e servizi. E infine, e non certo da ultimo, i cittadini europei beneficiano della Carta dei Diritti Fondamentali, che, anche attraverso la Corte di Giustizia della UE, assicura una difesa comune dei diritti di tutti i cittadini europei.

Va tutto bene? Certamente no, ma se non spiegheremo ai cittadini cosa l’Europa ha fatto per loro, e quale Europa uscirebbe fuori se vincessero i federalisti o i sovranisti, moltissimi non andranno a votare, e avrebbero ragione perché io stesso, come tanti altri espertini ed espertoni, continuiamo a parlarci tra noi, diffondendo l’idea di una Europa di professori che per il cittadino comune è soltanto un peso.

Foto di apertura libera da Pixabay