Lunedì 25 marzo 2024 avrebbe potuto essere un normale giorno creativo per professori e studenti dell’Accademia Statale di Arte Applicata e Decorativa e di Design di Kyiv Mykhailo Boychuk (di seguito l’Accademia). Come al solito, qualcuno teneva lezioni teoriche o pratiche nelle aule, qualcuno si affrettava per una lezione all’Accademia. I raggi primaverili del sole mattutino ispiravano gli studi e il lavoro creativo. I professori e gli studenti di talento creavano le loro opere d’arte uniche. In quel giorno, per la prima volta, insieme all’Europa occidentale, l’Ucraina avrebbe ha celebrato l’Annunciazione della Beata Vergine Maria ma, purtroppo, non sarà ricordato per questo…

Stavo tenendo una lezione con gli studenti della specializzazione “Ricamo artistico e abbigliamento” nel laboratorio di produzione della nostra Accademia, quando è risuonata una forte esplosione. Non c’era stato alcun preavviso che, di solito, ci avverte in anticipo del pericolo missilistico, perché l’allerta aerea questa volta a Kyiv è stata annunciata con ritardo e nessuno ha avuto il tempo di arrivare nel rifugio. Tutto è avvenuto all’istante, non ci eravamo ancora ripresi dalla prima esplosione, quando è riecheggiata la seconda.

La seconda esplosione è stata molto più potente, i muri hanno tremato e l’intonaco è caduto sul pavimento. La fortunata posizione dell’auditorium in cui ci trovavamo durante le esplosioni e il rispetto della regola dei “due muri” sicuri ci hanno salvato dall’onda d’urto, dai frammenti di vetro e dalle conseguenze della distruzione. Tutti hanno abbandonato in fretta le aule, dirigendosi verso il rifugio. Aprendo la porta, abbiamo visto una colonna di fumo bianca dal lato dove si trovavano le aule del Dipartimento di pittura e disegno. Gli studenti e i professori spaventati correvano verso l’uscita di emergenza attraverso una colonna di fumo accompagnati dallo scricchiolio di vetri, pavimenti in legno e cemento, urla e trambusto. Per un attimo shock, stupore, intorpidimento e poi concentrazione: l’importante è far uscire tutti, l’importante è che tutti siano vivi…

Arrivati di corsa al rifugio, si fa il controllo, le domande principali sono: siamo tutti vivi, chi, dove, come??? Le persone si trovavano sotto un forte stress, alcune avevano bisogno di aiuto, altre chiamavano i loro parenti e famigliari, alcuni studenti esprimevano le proprie emozioni su carta, creando schizzi di lavori futuri, altri seguivano le notizie, aspettando la fine dell’allarme aereo.

Pannello di ceramica scampato al disastro, intitolato “Army”. Foto e pannello di Okeksandr Bogomaz.

Nell’Accademia iniziarono ad arrivare i servizi di emergenza e le ambulanze, il capo dell’amministrazione comunale, i giornalisti… Fortunatamente siamo tutti vivi, solo dieci hanno ricevuto assistenza medica. Le persone escono dal rifugio con gli sguardi fissi sul luogo della distruzione. Ciò che hanno visto i nostri occhi ha fatto provare orrore, dolore, rabbia, odio per l’aggressore russo. Perché??? Chi mai fino a poco tempo prima, avrebbe potuto immaginare che un razzo russo avrebbe distrutto insensatamente un tempio dell’arte, dove studiano i giovani, i nostri figli che sono portatori di cultura e patrimonio spirituale nazionale? Ormai sta già diventando un’immagine abituale…

Le conseguenze della distruzione di questo istituto di istruzione superiore sono terribili. I frammenti del razzo russo hanno colpito il cuore dell’Accademia, la sua parte centrale. Sono andati distrutti fondi artistici, archivi museali, materiali di ricerca sullo sviluppo e la formazione della scuola di Mykhaylo Boychuk. L’edificio delle aule a tre piani, la palestra, il laboratorio, unico nel suo genere, di pittura monumentale e su cavalletto, la sala congressi dell’Accademia sono stati ridotti in frantumi e l’edificio che ospitava l’aula magna e la Galleria espositiva dell’Accademia è stato parzialmente danneggiato.

Vorrei sottolineare che in quel momento nella Sala congressi dell’Accademia si stava svolgendo la mostra-concorso nazionale: “La donna nella fiamma della guerra”. Per l’occasione sono state presentate opere di vari generi (pittura, grafica, tessile, ceramica, ricamo, abbigliamento, legno) di professori e studenti dell’Accademia, colleghi di altri istituti di istruzione artistica superiore. Più dell’80% di tutte le opere esposte sono state distrutte e le poche sopravvissute non si potranno restaurare.

La notizia terribile è stata quella della distruzione del Museo del patrimonio culturale di Mykhailo Boychuk, che ospitava i principali stand informativi sui suoi allievi.

Particolarmente dolorosa per professori e studenti è la perdita del fondo archivistico delle tesi di laurea dell’Accademia (la raccolta di documenti andava avanti sin dagli anni ’90, il numero totale era di circa 1.000 copie da mostra).

 

Lavori degli studenti andati distrutti. Foto dell’autrice

Si tratta di un fondo unico delle tesi di laurea che veniva chiamata “la collezione d’oro dell’Accademia”, dove erano esposti molti anni di lavoro titanico e i migliori risultati dei nostri professori, laureati e studenti, che si sono formati sui principi delle tradizioni dei fondamenti pedagogici avviati da Mykhailo Boychuk nel primo terzo del 20° secolo. Si trattava di opere uniche di vari tipi di arte decorativa e applicata e di design. Nella collezione del Fondo museale delle tesi di laurea degli studenti dell’Accademia si potevano tracciare i principi fondamentali e le modalità di formazione delle pratiche educative della scuola di Boychuk. In tali opere risaltava l’idea culturale e spirituale nazionale, erano bellissime composizioni planari e tridimensionali di pannelli decorativi tessili e ricamati.

Lavori degli studenti andati distrutti. Foto dell’autrice

Le complesse composizioni ceramiche multifigura affascinavano con varie tecniche e procedimenti. Gli strati di legno erano realizzati con un alto livello artistico e professionale. La scultura figurativa impressionava con la sua perfezione e dalla compiutezza dell’immagine artistica associativa. Le bucoliche tele monumentali sono state realizzate secondo le antiche tradizioni dell’arte nazionale ucraina. Le opere d’arte orafa stupivano per la loro varietà. La forgiatura era rappresentata da composizioni planari, realizzate secondo le migliori tradizioni popolari.

Opere d’arte uniche di alunni e insegnanti avevano decorato le sale espositive dell’Ucraina e dell’Europa. Alcune di queste sono entrate a far parte delle collezioni dei musei di tutto il mondo: Australia, Giappone, Polonia, Ungheria, Cina, Austria, Canada, Italia, Germania, Stati Uniti, Romania, Siria, Repubblica Ceca, Russia e Bielorussia.

Ogni anno nei lavori relativi alle tesi di laurea, è stato possibile osservare la crescita del livello artistico delle opere, la diversificazione nella creazione di forme, l’innovazione, le nuove sperimentazioni e l’arricchimento degli ornamenti tradizionali.

Una parte della collezione di ricami del fondo museale meritava una particolare attenzione. Comprendeva la collezione di asciugamani tradizionali ricamati per matrimonio (60 opere), abiti tradizionali ucraini provenienti da diverse regioni dell’Ucraina (20 per donne, 20 per uomini), ricostruzione di copricapi (10), pannelli decorativi ricamati tematici per interni pubblici moderni (circa 60), collezioni di abbigliamento per ragazze, bambini e ragazzi. Tutte le opere erano realizzate a mano e per crearle è stata necessaria un’enorme quantità di tempo. I vestititi e i tessuti ricamati decoravano centri espositivi, gallerie e sale museali, venivano creati progetti che rivelavano le ricerche artistiche formate sulle basi della scuola di Mykhailo Boychuk. La collezione del fondo museale non aveva analoghi, era unica.

Il paradosso è che nel 2011 parte della collezione ricamata è stata inclusa nel progetto espositivo internazionale “Asciugamano ucraino” a Mosca – nel centro della città (via Arbat, 9), nel Centro Culturale Nazionale. Dal 21.06.2011 al 14.02.2011 i visitatori hanno potuto ammirare la bellezza dei ricami ucraini, lasciando pareri, recensioni sulla stampa e in televisione positivi. Nessuno avrebbe potuto immaginare che 13 anni dopo, i rottami di un razzo russo avrebbero distrutto completamente tutto ciò che aveva meravigliato e stupefatto i visitatori del Centro Culturale Nazionale di Mosca…

“Ukrainian Towel”; 2011, Moscow. Exposition fragments. Foto dell’autrice

“Ukrainian Towel”; 2011, Moscow. Exposition fragments. Foto dell’autrice

Le luminose aule artistiche in cui avevamo lavorato un’ora prima sono danneggiate e devastate. Uno spazio artistico dove tutto era pieno di bellezza è stato rovinato. Opere uniche decoravano le pareti dell’Accademia riempiendo i locali di luce, energia creativa, fede e speranza, ora non restano che dolore e ricordi, e poi il senso di disperazione… perché è possibile ricostruire i muri, ma come non si può ricreare le opere d’arte perdute.

Questo è solo un caso di tanti della distruzione del patrimonio culturale ucraino. Quanti ce ne sono oggi di questi casi in tutta l’Ucraina, e quanti altri ce ne saranno?

Nonostante tutto, siamo vivi. Continuiamo a lavorare e a creare mentre suonano le sirene, convinti che l’arte vince sempre, e l’arte popolare sopravvive a qualsiasi guerra di aggressione, preservando l’identità nazionale e la memoria storica e culturale della sua gente.