Ho pensato di intervistare Domenico Bonaccorsi, non perché sia il marito di mia sorella, ma perché è il proprietario e manager delle “Acque di Casalotto”, il secondo acquedotto della città di Catania, un acquedotto privato accanto a quello pubblico della città.

Anche se molti non se ne accorgono, o fanno finta di non accorgersene, l’acqua sarà il problema dei prossimi anni, ed è strano che in un’isola carica di storia, come la Sicilia, molti sembrano rassegnati ad avere l’acqua per qualche ora al giorno.

 

Caro Domenico, il tuo acquedotto è privato, gestito da una società di diritto privato, però non ti ho mai sentito parlare di un’acqua privata. Cosa pensi quando molti politici urlano che l’acqua è pubblica?

Lo slogan “acqua privata” è una bufala tra le meglio pubblicizzate di sempre: l’acqua è pubblica dal 1925 e nessuno si è mai sognato di privatizzarla. Al contrario, la gestione del servizio può assumere diverse forme (privata, pubblica o mista). L’unica vera questione che interessa i cittadini è l’efficienza, l’efficacia e l’economicità della gestione come ribadisce la legge e che deve essere garantita a prescindere dalle forme di gestione.

 

 

In molti paesi del mondo l’acqua è gestita da società private, come in Francia e in Inghilterra. In questi paesi l’acqua non è un bene pubblico?

Non mi risultano paesi europei nei quali l’acqua non sia un bene pubblico.

 

Gli acquedotti pubblici in molte città italiane, Roma compresa, perdono il 30/40% dell’acqua che distribuiscono. È il sistema pubblico che non riesce a gestire un servizio così fondamentale, o si tratta dei tradizionali mali del pubblico nel nostro paese affetto da mala gestio, corruzione e clientelismo?

Certamente sussistono i consueti mali del pubblico in Italia, ma la questione perdite è relativa soprattutto per quanto riguarda le gestioni non industriali (le gestioni in economia dei comuni che gestiscono direttamente il servizio). Nelle gestioni industriali, la presenza di perdite rappresenta una perdita economica per cui l’obiettivo di eliminarle è fondamentale.

 

Ci lamentiamo spesso delle carenze del controllo pubblico nel nostro paese, come giudichi quello delle autorità che si occupano delle acque in Italia?

Questo non vale per i settori regolamentati come quello del servizio idrico integrato, che è vigilato da un’autorità, l’Arera, che esercita un controllo direi quasi asfissiante.

 

E infine, quale è stato l’atteggiamento degli utenti delle Acque di Casalotto, con riferimento al servizio che date da moltissimi anni?

Acque di Casalotto opera da circa 150 anni con piena soddisfazione dei nostri utenti che non hanno mai subito (tranne per eventi eccezionali) interruzioni o razionamenti del servizio a tariffe di gran lunga inferiori alla media.