La farmacia è il primo presidio quando si parla di assistenza sanitaria al territorio. È un luogo dove tutti possono trovare un iniziale punto di contatto con una figura esperta in grado di risolvere problemi o indirizzare correttamente il paziente. Ciò si è reso quanto mai evidente nel corso dell’ultimo anno, durante il quale le farmaciste e i farmacisti sono stati in prima linea per affiancare cittadini e sistema sanitario nella lotta alla pandemia di Covid-19.
Il farmacista è l’interfaccia in grado di indirizzare i pazienti, fornire chiarimenti circa le prescrizioni, i farmaci, gli esami – insomma è il facilitatore che consente la concretizzazione di tutto ciò che è appannaggio esclusivo del medico prescrivere.
La riflessione intorno alla assistenza sanitaria sul territorio, è oggi quanto mai attuale:
- La pandemia di Covid19 ha reso particolarmente evidente l’importanza di una adeguata risposta del territorio allo scopo di non sovraccaricare il sistema e gli operatori degli ospedali che per ragione fisiologiche ed economiche non possono moltiplicarsi all’infinito in circostanze non emergenziali. L’isolamento domiciliare, il tracciamento dei contatti, l’assistenza sanitaria di base, la distribuzione di mascherine e gel disinfettante, sono e continuano ad essere strumenti indispensabili per calmierare l’accesso a ospedali e terapie intensive. Anche una volta terminata la pandemia, la lezione imparata da questo “cigno nero” (cfr Nassim Nichola Taleb) non potrà e non dovrà essere dimenticata.
- Il focus della ricerca e sviluppo, anche in campo
farmaceutico e medicale, si è spostato negli ultimi decenni verso le nuove tecnologie. Dai farmaci digitali alla telemedicina, l’incontro tra settore “Tech” e settore Sanitario ha creato una serie di prodotti e servizi dedicati ai medici e ai pazienti in diverse misure. Il risultato è strabiliante in tutto il mondo, sia in termini di possibilità di accesso all’assistenza sanitaria, sia in termini di risparmio economico. La tecnologia è dentro casa nostra, spesso ce la portiamo in borsa sotto forma di smartphone; ma benchè la pandemia abbia accelerato l’adozione di queste soluzioni anche in Italia, esse continuano a non esprimere pienamente il proprio potenziale, talvolta per mancanza di alfabetizzazione digitale degli utenti e la scarsità di formazione in tal senso.
- La farmacia come è oggi rappresenta il punto di arrivo per i prodotti dell’industria farmaceutica/medicale, ma anche il punto in cui tali prodotti finiscono il proprio ciclo di vita, con la possibilità di essere correttamente smaltiti, riciclati o riutilizzati. Il tema del riciclo e riuso dei farmaci è di cruciale importanza in una economia che vuole trasformarsi e mutare verso un modello di distribuzione delle risorse equo. Con questo si intende sia la garanzia di strumenti essenziai alle persone economicamente meno avvantaggiate, sia l’inserimento dei rifiuti della farmacia nel circolo virtuoso dell’economia verde.
In considerazione di quanto sopra elencato (assistenza sul territorio, nuove tecnologie per la salute, riciclo e riuso dei prodotti farma/biomed), riteniamo che la farmacia come presidio contenga un potenziale non completamente espresso, del quale potrebbe beneficiare la comunità intera. In particolare, la modalità attraverso la quale tale potenziale potrebbe esprimersi, sembra felicemente sposarsi con l’esigenza di fornire un percorso di formazione e di occupazione dei giovani NEET (persone non impegnate nello studio né nel lavoro né nella formazione).
Le aree di intervento/impiego più interessanti sembrano poter essere quelle sostanziate nel seguente elenco esemplificativo ma non esaustivo:
- Nel campo dell’assistenza sul territorio si può pensare – ad esempio – a sistema di consegna farmaci, monitoraggio farmaci scaduti, sorveglianza dell’armadietto sanitario delle persone anziane. Alcuni di questi punti sono già fonte di interesse per alcuni giganti dell’industria, e consentirebbero alle comunità di riallacciare legami umani con il territorio. Ai giovani impiegati in questi sistemi, sarebbe consentito l’apprendimento di un mestiere ma anche – potenzialmente – la stimolazione di un potenziale creativo nell’ambito dell’ottimizzazione processi, prima assistenza, customer care e lean management.
- Nel campo delle nuove tecnologie i nativi digitali e in particolare la “generazione google” sembra avere un vantaggio intrinseco sia nella capacità di utilizzare tali strumenti, sia nella velocità con i quali ne apprendono la logica. In questo senso, tali attori potrebbero essere formati e poi impiegati in ruoli di facilitazione dell’ingresso delle tecnologie digitali nei confronti della popolazione, facendo capo alla farmacia come garante della bontà e impiegabilità dei sistemi, nonchè come punto di raccordo con il sistema sanitario.
- In termini di gestione non solo dell’armadietto sanitario, ma anche di correttore responsabile ciclo di vita dei farmaci. È urgente ottimizzare le risorse farmaceutiche sia in favore dell’ambiente che di una più giusta distribuzione e ottimizzazione delle risorse attraverso il corretto smaltimento e diminuzione degli sprechi legati agli stessi. L’istituzione di figure dedicate a tale gestione consentirebbe da un lato di accrescere la coscienza sociale su questi temi, e dall’altro di ottenere una misura concreta dell’impatto economia di una gestione più responsabile a partire dal cittadino.
Per l’attuazione e lo sviluppo di tale progetto Venanzio Gizzi, Presidente di ASSOFARM e dell’Unione Europea delle Farmacie Sociali, ha proposto di cercare un’interlocuzione diretta con il Governo al fine di sviluppare un progetto pilota statale che, partendo dai Ministeri Competenti ( Ministero della Salute, Ministero dell’Ambiente e Ministero delle Autonomie Regionali), assegnasse risorse alle Farmacie Comunali per occuparsi, attraverso soggetti terzi adeguatamente individuati, della formazione dei NEET e della loro professionalizzazione.
Tale progetto, avendo le caratteristiche di progetto pilota, potrebbe essere gestito direttamente dallo Stato, eludendo il vincolo del regionalismo della Sanità imposto dalla norma. Ovviamente dopo aver risolto il nodo della individuazione, con procedura semplificata diretta, del soggetto attuatore unico o plurimo.
Tra l’altro l’interlocuzione con le Regioni permetterebbe anche di discutere di talune proposte di legge che permetterebbero all’Italia di essere adeguatamente al passo con gli altri Stati Europei, quale la proposta sullo sconfezionamento dei farmaci.
A mero titolo esemplificativo in Francia è possibile che i farmacisti sconfezionino i farmaci per preparare adeguato piano terapeutico settimanale ai pazienti. Le medicine sconfezionate vengono gestite con un sistema “smart” collegato all’i-pad che avverte il paziente nell’orario della somministrazione e permette loro di assumerle al momento giusto.
In Italia tale progetto non è per ora attuabile perché le medicine non possono essere sconfezionate.
Altre tematiche suscettibili, per il loro vasto impatto sociale, di diventare progetti eligibili, sono: il recupero e riciclo dei farmaci non scaduti, lo smaltimento dei farmaci scaduti, nonché (tematica affine ma non cumulabile, perché sottoposta a specifica differente normativa) lo smaltimento dei materiali sanitari usati.
Claudio Leone si è impegnato a cercare attraverso Francesco Boccia, Ministro delle Autonomie Regionali, un incontro congiunto con Speranza, Ministro della Salute e Costa, Ministro dell’Ambiente, al fine di discutere di quanto sopra esposto.
Francesca Romana D’Antuono, appartenente alla rete TUTTI, ha contribuito con questo suo articolo all’evento “Rendersi doppiamente utili. Occupazione giovanile e obiettivi di sviluppo sostenibile” nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e organizzato in collaborazione conl’associazione “Tutti 2020”, il Consiglio Nazionale dei Giovani e l’Università degli Studi di Padova.
TUTTI 2030 che in quell’occasione era TUTTI 2020, ha contribuito con vari interventi che potete trovare raggruppati al seguente link