La pandemia, oltre ad un costo umano gigantesco e difficilmente quantificabile ha anche un enorme costo economico che può essere matematicamente calcolabile.

Le strutture economiche di ogni paese europeo sono assai diverse ciascuno puntando su vari settori in proporzioni diverse come l’industria, l’agricoltura, il turismo, la finanza, dando una geometria dei costi economici unica.

C’è anche il fatto che ogni paese ha delle abitudini molto diverse in come sono prelevate le tasse e come vengono distribuiti gli aiuti settoriali e sociali.

Questa crisi molto brutale ha comunque obbligato ogni paese a spendere quasi in modo illimitato per evitare una esplosione della disoccupazione e i fallimenti in serie delle imprese.

In Francia, secondo il ministro dei Conti pubblici Olivier Dussopt la crisi costerà 424 miliardi su 3 anni. 158 miliardi per il 2020, 171 miliardi per il 2021, 96 miliardi per il 2022 e per finire 56 miliardi per misure di emergenza varie.

I costi sono ripartiti in due categorie, la prima sono le spese supplementari (più o meno 86 miliardi) e la seconda le mancate entrate (più o meno 100 miliardi).

Cosi sono 12 miliardi per i costi della salute tra remunerazione del personale, acquisti vari, test, vaccini.

Poi 34 miliardi per la disoccupazione parziale.

19,4 miliardi di budget per gli artigiani e piccole imprese.

2 miliardi per vari sussidi per i più poveri.

1,6 miliardi per la mancata entrata in vigore della riforma dell’assicurazione di disoccupazione.

Riguardo alle mancate entrate:

Ci sono le esonerazioni di quote per i settori più colpiti (ristoranti, cinema, alberghi etc…) che diminuiranno di 8,2 miliardi.

Il calo delle attività economiche diminuirà l’IVA di 70 miliardi.

E vari altri contributi sociali per i quali è ancora difficile dire se, rinviati al prossimo anno, saranno pagati o no.

Tra le tante incertezze ci sono anche i 300 miliardi di prestiti concessi dalle banche ma garantiti dallo stato e che non si sa in quale proporzione verranno restituiti.

Poi si sono anche i costi dei vari piani di rilancio che si spera permetteranno di creare nuove opportunità di crescita, costeranno ad esempio 52 miliardi per il 2022.

Se fino ad ora la Francia ha potuto continuare ad aumentare il debito grazie a tassi bassissimi e anche ai meccanismi europei non è certo che in futuro questa capacità infinita venga accettata dai mercati finanziari.

Tutto questo è ancora soggetto a molte incertezze, se i vaccini non permettono di arrestare la quarta ondata che sta prendendo forma in Spagna, Inghilterra e anche Francia, oltre al costo economico che continuerà ad aumentare tantissimo colpendo sempre più forte settori già indeboliti ci sarà anche un costo psicologico immenso con il continuare nel buio di un tunnel senza fine.