Patriciello: Obbligata la strada dell’unità europea

 

La Conferenza sul futuro dell’Europa avrà una grande importanza nel prosieguo delle riforme da mettere in campo in ambito comunitario.

Sgombriamo subito il campo da ogni sorta di equivoco. La guerra in Ucraina lo sta dimostrando: mai come oggi è importante ricordare gli avvenimenti del 9 maggio 1950 per comprendere appieno il significato di un’idea – l’unità politica dell’Europa – che ha completamente trasformato il modo di concepire la politica sul continente e che è ancora di grande e stringente attualità. E spiego il perché.

Nessuno può infatti negare che quella dei padri fondatori fu una grande intuizione: mettere insieme le risorse economiche ed industriali degli Stati per creare quella “solidarietà di fatto” che avrebbe reso materialmente impossibile il ricorso alla guerra. E oggi che ogni Stato europeo, così come l’intero pianeta, è alle prese con un’emergenza sanitaria senza precedenti nella storia recente e con le ripercussioni economiche e politiche del conflitto in Ucraina, non si può non riconoscere che quella intuizione mantiene intatta tutta la sua forza e la sua originalità.

E siamo ad oggi. Alla Conferenza sul futuro dell’Europa: un momento di grande dibattito e discussione tra le istituzioni europee e i suoi cittadini. Un luogo in cui tutti hanno avuto la possibilità di programmare e ideare la strada su cui vogliamo che l’Ue si incammini nei prossimi anni. Tanti gli argomenti affrontati e altrettante le proposte pervenute nei più svariati ambiti. Personalmente, ho trovato molto affascinanti tutte le raccomandazioni per la cui attuazione è

necessario compiere passi avanti in tema di unità politica. Perché ritengo sia questo il vero nodo da sciogliere: quanto e in che misura gli Stati membri sono disposti ad andare avanti sulla strada dell’integrazione europea.

Come membro della Commissione industria e energia del Parlamento europeo, ad esempio, ho molto apprezzato in particolare la richiesta affinché l’Ue si impegni costantemente e a lungo termine ad incrementare in ampia misura la sua quota di energia proveniente da fonti sostenibili, utilizzando una gamma diversificata di fonti rinnovabili con la più bassa impronta ambientale. Sono fermamente convinto, infatti, che sia necessario investire nel miglioramento e nel mantenimento della qualità delle infrastrutture elettriche e della rete elettrica di tutti i Paesi membri. Abbiamo bisogno, dunque, che l’Ue riconosca l’accesso all’energia e l’accessibilità economica dell’energia come un diritto fondamentale di ogni cittadino.

Festeggiare l’Unione Europea non significa, in definitiva, dimenticarne i problemi, né tantomeno sottovalutare l’importanza e l’urgenza delle riforme da fare. Significa invece celebrare quei principi e quei valori che ispirarono uomini come Schuman, Monnet e De Gasperi.

Il mio personale augurio è di lasciare da parte per un giorno i facili slogan e le derive demagogiche e guardare all’Unione Europea per quello che davvero è: il più grande e innovativo laboratorio politico esistente. La speranza concreta di lasciare ai nostri figli ed alle generazioni future uno spazio di “libertà, sicurezza e giustizia”.

Aldo Patriciello, europarlamentare di Forza Italia