Toia: Europa paralizzata dal veto di Orban

 

Ogni anno il 9 maggio commemoriamo la dichiarazione con cui lo stesso giorno del 1950 il ministro degli Esteri francese Robert Schuman propose all’Assemblea Nazionale la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio come primo passo di processo di integrazione europea.

Il 9 maggio è diventato così la festa dell’Europa, di un progetto di integrazione sovranazionale pacifico e democratico che non ha eguali nel mondo e che ci ha regalato 72 anni di stabilità e benessere. Quello di quest’anno però non è un 9 maggio come gli altri. Il lutto per le migliaia di vittime in Ucraina e il ritorno della guerra in Europa, con una gravità e una dimensione che non vedevamo dalla Seconda Guerra Mondiale, ci impone una riflessione più urgente e più profonda del solito sulle ragioni della nostra unità europea e sui suoi limiti.

Oggi bisogna andare a Kiev per ritrovare l’urgenza del progetto europeo e la determinazione per realizzarlo. Un’urgenza che una parte delle nostre opinioni pubbliche, dopo decenni di pace, ha dimenticato, lasciandosi sedurre dalle sirene del sovranismo e dell’antieuropeismo. Bisogna andare a Kiev però anche per vedere i limiti del progetto europeo. L’aggressione all’Ucraina è interamente responsabilità della Russia di Putin, ma l’incapacità di prevederla, prevenirla e fermarla è dovuta in buona parte agli errori dell’Europa, alla mancanza di una politica estera, di difesa e di una politica energetica comune.

Oggi celebriamo questo 9 maggio con l’Ue paralizzata dal veto di Orban sull’embargo sul petrolio, ma anche con le conclusioni di un anno di lavoro della Conferenza sul futuro dell’Europa, che tra le 49 proposte di riforma mette il superamento del voto all’unanimità. Mai come oggi ci siamo sentiti vicini allo spirito di quel 9 maggio del 1950 e ci sentiamo di sottoscrivere le prime parole del discorso di Schuman «la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano».

 

Onorevole Patrizia Toia, europarlamentare del PD