Giovedì 30 giugno la nostra associazione di TUTTI Europa 2030 e l’ Associazione Sette Colonne hanno dato vita ad un interessantissimo dibattito suddiviso in tre panel: “Esperienze”, “Donne, pace e sicurezza”, “Associazione e attivismo”. Le donne che si vedono, quelle che sono riuscite a rompere il soffitto di cristallo, ma anche quelle invisibili, riusciranno a darci un futuro migliore?

Il primo panel ha ospitato le donne forti, quelle di successo: ce ne sono sempre state come ha detto Matilde Scuderi parlando di Eleonora d’Arborea.

Tutte queste donne importanti hanno parlato della loro vita, della loro lotta per riuscire da antichi schemi e pregiudizi. Adelaide Amendola è presidente di sezione della Corte di cassazione e Ivana Vaccari è una grande giornalista.

 

 

 

 

Ci hanno detto quanto è stato difficile, ma anche che ci si può riuscire. Parlando di donne, pace e sicurezza, Asmae Dachan ha parlato degli orrori subiti dagli uomini e da tantissime donne della Siria, il suo sventurato paese. Io che sono innamorato di Damasco e di una comunità intelligente, accogliente e interculturale, ho ricordato le fantastiche siriane che vorrebbero soltanto la pace e un futuro per i loro figli. Che siano le donne a lottare per la dignità della vita è un compito che svolgono sempre, bianche e nere, con la minigonna o con un foulard sulla testa.

Tutte le donne di questo panel ci hanno detto che, se comandassero loro, il mondo sarebbe un luogo di pace perché i compromessi sono sempre meglio dei conflitti.

 

Infine il terzo panel ha parlato di politica. È inevitabile che le donne della politica siano state costrette ad assumere gli schemi e i modi di un potere tradizionalmente maschile. Il problema è che spesso quando entrano nel club dei maschi, molte si dimenticano dei problemi di quei milioni di invisibili che alla politica non partecipano, non la capiscono e non si aspettano nulla. Bisogna operare dal basso come ci ha detto Francesca Romana D’Antuono, parlando di una ragazza cipriota che trascina in bicicletta ragazze e ragazzi. Lei vuole piste ciclabili, perché è stupida o ignorante? O forse perché una vita sostenibile passa anche per le biciclette?

Gaia Van Der Esch è una giovanissima manager, ma ci ha raccontato con grande semplicità la sua vita di successi, ma anche perché non è riuscita a lavorare in Italia. Il nostro non è un paese per donne, per di più giovani.

I grandi problemi della nostra società si possono trattare con discorsi, documenti e leggi, ma saranno le donne ad assicurare la condivisione, un vero cambiamento, la raccolta differenziata, una scuola migliore per i loro bambini.

Mio padre, che non era certo un femminista, mi disse una volta che il sesso si fa in due. All’epoca ero giovane e non avevo capito, oggi so che dobbiamo educare i maschi a capire che il sesso è fantastico quando si sente la gioia di lei. Ma questo non è scontato, lo dobbiamo insegnare perché la felicità degli esseri umani sta ancora moltissimo nella camera da letto di un lussuoso appartamento di Saint Germain des Pres, ma anche sulla piccola stuoia di una capanna africana.