Via dell’Abbazia 5 – 26834 Abbadia Cerreto (LO) – 0371 471009
Menu degustazione da € 35 e € 50, vino escluso. Pranzo alla carta quattro portate sui € 55, sempre vino escluso.
Il risotto è una religione e Osteria del Cerreto è il suo tempio. Non c’è niente da fare! Per mangiare il risotto come Dio comanda, bisogna salire sopra il Po. E qui siamo ben sopra il Po. Stefano Scolari e la dolce metà Veronica, sono il modello del ristoratore perfetto, per cortesia, per professionalità, per capacità organizzativa e soprattutto tecnica di cucina. E chi mi legge sa che non sono prodigo di complimenti. Ma quando ce vò, ce vò! Questo ristorante non è piccolo, ma tutto è curato come se ci fossero tre tavoli.
È il classico ristorantone da gita domenicale, ma l’arredo è tutt’altro che banale con suggestivi oggetti d’antan di gusto, comprensivi di vespe e biciclette, rigidamente d’epoca.
Siamo in quel di Lodi, la Patria della Raspadura: una sfoglia slamata dalle forme di Grana Lodigiano.
Nasce come piatto povero: le forme venute male venivano fatte raschiare dal padrone, per poi essere vendute a basso prezzo ai contadini. Come accade molto spesso nella cucina italiana, da un piatto povero nasce una specialità straordinaria. Si comincia con vaschetta di Raspadura, con salumi, Gnocco Fritto “Ricetta Nostra”, ma soprattutto un assaggio di Gorgonzola al Mascarpone da ricordare per la vita.
Come dicevo, il punto forte dell’Osteria sono i Risotti come il “Carnaroli mantecato al Pannerone (Presidio Slow Food) del Caseificio Carena e Pere Caramellate”, sul quale ho chiesto spudoratamente l’aggiunta di Raspadura.
Mitico è il “Risotto alla Vecchia Lodi mantecato allo Zafferano, con Ragù di Salsiccia, Pancetta a lenta cottura e Raspadura”. Cottura assolutamente perfetta e mantecatura che non scade mai nella stucchevolezza, e ci vuole gran mano per ottenerla. Evito ulteriori commenti perché rischierei di essere esagerato e stucchevole! Vale il viaggio. E da molto lontano. Ma anche una deviazione dall’Autosole che non è molto lontana.
Di secondo una saporitissima Lombata di Coniglio con Pancetta e olive al Balseto Laudense, laddove il Balseto Laudense è una buona alternativa all’Aceto Balsamico non Tradizionale: una salsa piuttosto semplice fatta con Aceto di Vino e Mosto crudo di Trebbiano. Conferisce una buona nota dolce acidula che completa e “sgrassa” il sapore del piatto.
A chiudere la Tortionata, un dolce tipico di Lodi, una sorta di frolla simile, ma non troppo, alla Sbrisolona Mantovana. La Tortionata viene servita con una goduriosissima Pucia Dulsa, una Crema al Mascarpone.
Di certo il pasto all’Osteria del Cerreto non può costituire la dieta quotidiana, ma vi assicuro il Post Prandium non crea alcun problema digestivo: segno di grande tecnica e materie prime perfette
Da citare anche la loro Giardiniera. Si tratta di ricetta che viene direttamente dalla mamma di Stefano. Fatta come una volta, con le verdure lavorate a mano, fresche e croccanti, impreziosite da alloro e pepe verde. L’agrodolce è piacevolmente bilanciato per un gusto gradevole e delicato. È fatta senza conservanti e in modo totalmente naturale. Si può portar via in loco o anche con shop online www.giardinieradelcerreto.it (se il sito da problemi di sicurezza andate serenamente avanti).
Direi che il punteggio dell’Osteria sia il massimo che fino ad ora ho assegnato.
PUNTEGGIO CUCINA 88
INDICE DI GRADEVOLEZZA | + 47 |
Locale curato, accogliente e suggestivo | + 10 |
Cortesia | + 10 |
Interpretazione della Cucina della Tradizione | + 20 |
Digeribilità (per quanto con ingredienti grassi) | + 5 |
Facilità di Parcheggio | + 2 |
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