A volte leggo delle notizie e non riesco a capire se siano uno scherzo o una tragica realtà. L’ultima che ho letto riguardava la giornata contro la violenza alle donne che si è svolta nel mese di novembre. Mi riferisco al corteo che si è formato nelle strade cittadine per portare alla ribalta una problematica purtroppo ancora troppo presente nel nostro paese, dove quotidianamente leggiamo di femminicidi e di violenza fisica e psicologica che non accenna a diminuire. Ebbene in questo corteo, nato con questa giusta prospettiva, c’erano slogan di morte nei confronti di una donna. Allora viene da fare una riflessione: è mai possibile che ci siano persone, in questo caso donne, che ancora oggi non sono pronte a cogliere il futuro ma si rifugiano sempre in un passato che da sicurezza e certezze, senza curarsi di osservare un mondo che cambia?

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Perché si rimane solidamente ancorati a conservare e custodire un vissuto conosciuto da cui non ci si vuole staccare? È mai possibile essere preda di una così forte, diciamo, base culturale da non rendersi conto di cosa si mette in campo? E da dove deriva questa base culturale? Dai movimenti del 68? Dagli anni di piombo? Dal fascismo? Passato, passato, passato. Pensiamo al presente e non ipotechiamo il futuro. Giustamente ricordava il Presidente Mattarella che “la violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani”. Ricordo a queste paladine dei diritti umani di essere coerenti perché l’incoerenza è una delle gravi malattie di questo paese.

Più spesso di quanto si pensi mi trovo ad affrontare professionalmente il concetto dell’incoerenza, le persone pensano una cosa ed agiscono in modo diametralmente opposto, bisogna, allora, far emergere questa diversità tra pensiero ed azione per eliminarla dal nostro comportamento. Si agisce in questo modo a volte per non consapevolezza, a volte per abitudine, a volte per confusione. Quello che ne deriva è una cattiva relazione con l’esterno ma soprattutto una cattiva relazione con sé stessi. Se siamo alla ricerca del benessere personale dobbiamo togliere l’incoerenza dal nostro vissuto e non accettare di avere valori e comportamenti contrapposti fra di loro.

Alle femministe che si sono fatte un autogoal da sole, ricordo che la divisione aiuta chi vuole mantenere lo status quo e che la giusta causa può essere sbiadita da comportamenti folkloristici, ma può continuare ad alimentare la noiosa tiritera della competitività femminile.

Siamo, ormai, vicini alle feste natalizie, vorrei allora augurare a tutti voi ed anche alle latrici di questi messaggi senza senso, serenità, pace, equilibrio e dubbio……

Solo così potremmo passare dai pregiudizi di una mente limitante, alla proattività di una mente flessibile ed aperta.

Un augurio ed un pensiero particolare con tutto il mio cuore alle donne iraniane e a chi valorosamente le difende con sacrificio ed abnegazione, siano un esempio di coraggio e di coerenza per tutti noi. Invio, anche, un pensiero grato a tutte le donne nel mondo che lottano per i propri diritti.

Buon Natale!

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