Nel 1972, quando iniziammo a scrivere articoli su temi sociali, storici, comportamentali, avevamo un traguardo, che è stato raggiunto in quegli anni: l’Europa Unita. Negli anni successivi (particolarmente dagli anni Novanta) l’Unione Europea ha promosso Seminari Internazionali rivolti sia ai giovani che ai meno giovani, su vari argomenti a scelta delle Associazioni che organizzavano gli stessi Seminari residenziali. Tali incontri continuano a svolgersi tutt’oggi, con il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di cittadini europei, che si conoscono, si scambiano esperienze, e talvolta intraprendono una vita insieme.

Il fine principale di tali Seminari è stato ed è sempre quello di provocare la formazione di una sola famiglia europea, di affratellare i cittadini di ogni Nazione, per riconoscersi infine in unico grande Stato: quello europeo.

La nostra volontà di contribuire alla formazione di un’unica società europea è sempre rilevante: oggi, attraverso i nostri messaggi, i servizi giornalistici, i dibattiti che inneschiamo, assumiamo una chiara posizione di coinvolgimento di tutti i fratelli europei.

Tutti gli Europei, con il trascorrere degli anni, stanno assumendo un senso di appartenenza che in passato non poteva esistere. Certamente, oltre gli scambi culturali promossi dalla stessa Unione, contribuiscono anche gli Organi di Informazione, che trattano da anni le problematiche un qualsiasi Stato dell’Europa nello stesso modo e con la stessa attenzione con cui trattano quelle prettamente italiane.

Editoriale del primo numero

Apertura tra i cittadini europei non corrisponde alla chiusura verso il resto del mondo: i cittadini europei vorrebbero un pianeta nel quale venissero rispettate le diverse scelte degli Stati, pur nella globalità dei servizi; ma la Classe politica non è sostanzialmente costituita da cittadini, i quali sono solo rappresentati da chi, nei diversi Governi, deve infine trovare un equilibrio internazionale, con scelte che potrebbero non coincidere con i desideri della collettività.

Negli anni Novanta e negli anni Duemila si sono succedute invasioni (in Iraq per due volte, in Afghanistan, in Ucraina, per citarne solo alcune) che hanno leso le libertà delle diverse popolazioni, e per risolvere le quali nemmeno gli stessi popoli invasi hanno programmato trattative atte a risolvere le diverse soluzioni (o, se l’hanno fatto, sono passate inosservate).

Il desiderio di costruire un mondo di pace, con un’Europa capace di offrire finalmente al mondo esempi di democrazia, è rimasto tale in TUTTI noi che crediamo in una società che tenda alla felicità globale, e non all’arricchimento di pochi a danno di molti. In pratica siamo cresciuti evolvendo, maturando in noi il senso di Universalità che va ben oltre la stessa Europa.

Tale senso ci spinge a valorizzare la nostra personale evoluzione spirituale, in un mondo nel quale questa sta per essere surclassata dalla tecnologia in molti campi. Pandemie oggi estese in tutto il pianeta hanno condizionato le scelte nazionali ed individuali. L’incertezza nelle soluzioni ha reso le popolazioni troppo dubbiose, o, di contro, troppo credulone. Il potere delle scelte nelle mani di pochi super-ricchi ha condizionato inevitabilmente i governi, e le azioni di guerra che si succedono sollevano ancora altri dubbi sul reale interesse dell’Umanità ad essere formata da persone felici. Dal nostro piccolo desiderio di creare un’Europa felice, siamo passati a quello di vivere in un pianeta felice. I passi per raggiungere tale risultato comprendono il rispetto per tutti gli altri, la condivisione, il sapere affrontare i temi senza fanatismi e preconcetti: perché attraverso lo scambio di informazioni dirette si possono chiarire i dubbi.

Gran parte dei mass media non aiutano però. Trasmissioni televisive che spingono all’idiozia ed al pettegolezzo sono sempre in voga. Nel campo cinematografico vengono citate le più grandi catastrofi, mentre trovano pochissimo spazio le trasmissioni al positivo. La violenza è mostrata quotidianamente ed in qualsiasi ora. La insofferenza di giovani genitori non consente ai giovanissimi di vivere in maniera armonica con gli altri, e le mini-gang molto violente sono all’ordine del giorno ovunque.

Tutto ciò rende ancora più difficoltosa la nostra azione, che si è maturata in quasi 50 anni (ed oltre) di vita. Noi forse oggi ci sentiamo più vicini agli Indù, condividendo ed apprezzando un fondamentale assunto di quella antica religione / filosofia di vita: “Se vuoi che il tuo futuro sia roseo e ricco di felicità, non pensare mai al negativo, alle sciagure, alle catastrofi, alle malattie, e non parlare con altri di questo; pensa invece solo a ciò che ti può rendere felice: vedrai che prima o poi il tuo pensiero positivo prenderà forma, perché l’impulso elettrico sprigionato dalla tua mente renderà reale ogni cosa che penserai. Il tuo futuro, ed il futuro di tutti, dipende da te e dalle altre persone che sono, come te, coscienti di questo”.

 

Foto di apertura libera da Pixabay