Indirizzo: Via Zara, 27 – 00198 Roma RM
Telefono: 06 6933 5743
€ 130 oltre bevande, a pranzo ci sono menu da €45 e € 60
La porta rossa è omaggio ad Antonello Colonna, il pane di Solina a Niko Romito, ma Valerio Braschi non c’è mai stato, né da loro né da altri Chef Superstellati.
Lui si giustifica nel non avere la patente, ma la verità è che vuole vivere il suo mondo. In tutti i sensi.
La sera c’è un menù degustazione di ben 11 portate, servito fino alle 21:30 (regolatevi).
Questo percorso esprime Valerio? Evidentemente sì, visto che in cucina c’è lui di persona personalmente (per ristoranti di alto livello ormai non scontato), ma tutti i riferimenti giappomessicani da dove vengono?
Abbiamo lasciato un Valerio giovanissimo sballonzolante ragazzo di famiglia, paracadutato dalla Romagna a vincere Masterchef nel 2019 e lo troviamo alle prese con Satay-kimchi e Tonno Satay.
Alcuni piatti sono semplicemente straordinari, guarda caso tutti con ricette, o almeno materie prime, tricolori: Assoluto di cavolfiore emozionante, una suadente cremosità in cui la materia prima è nitida, assoluta appunto. Stesso identico discorso per Carota e Aneto. Puranco il Tortellino è cristallino e sostenuto da un brodo emozionante, profondo, che vale il viaggio. E da lontano. Molti altri piatti, compreso il riso e latte della mia mamma di certo non sono cattivi, diciamo semplicemente non pervenuti: normalmente questo capita ai vecchi grandi chef che, ad un certo punto, tendono a cucinarsi addosso, stupisce da un ragazzo giovanissimo.
Nota di biasimo per il pane freddo, talché poteva tranquillamente essere servito ad una mensa e la decantata insalata “del” mare che, in effetti, il mare lo ricorda, ma non necessariamente nelle sue migliori declinazioni.
All’elenco di lodi va aggiunto anche un piatto tutt’altro che tricolore: il Kaizen, un dolce di evidente ispirazione nipponica che gioca in modo perfetto con temperature, consistenze e note minerali e vegetali che conferiscono una freschezza unica ad un piatto dolce, ma non troppo.
La valutazione della cucina è quindi alto, ma non altissimo: a certi livelli (e prezzi) la qualità della cucina deve essere più costante
Più che della Carta dei Vini è opportuno parlare della giovanissima Sommellier che l’interessantissima carta l’ha creata e la doma con estrema competenza, passione, grinta, fino alla puntigliosità.
Punteggi negativi per due temi:
- Mancanza di guardaroba (in effetti il posto è piccolissimo): i giacconi buttati ogni dove non vanno bene per un locale di queste pretese.
- Menù per Signora senza prezzi: chi l’ha detto, al giorno d’oggi, che pagherà necessariamente tutto l’uomo? E quand’anche: perché la Signora non deve sapere quanto quella serata inciderà sul budget familiare?
- Valerio non sarà andato dai ristoranti stellati, ma si è ben informato sui prezzi stellati. Peccato che non abbia stelle.
PUNTEGGIO CUCINA 85
INDICE DI GRADEVOLEZZA | 5 |
Locale accogliente e ben arredato | + 10 |
Mancanza di guardaroba | – 5 |
Digeribilità | + 5 |
Cortesia | + 15 |
Menù Signore senza prezzi | – 20 |
Rapporto qualità prezzo | – – 10 |