Per avere Governance più stabili, capaci di aumentare la visione strategica nel medio e lungo periodo l’Aspen Institute Italia propone di aumentare almeno di un anno (cioè da 3 a 4) i mandati dei CdA delle società a controllo pubblico.

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La proposta di riforma della sezione italiana del think tank americano è contenuta in uno studio denominato “La durata del mandato degli amministratori delle società per azioni”. Un lavoro coordinato da Piero Gnudi e Fabiana Massa Felsani, di cui Villy de Luca e Nicolò Angeli Bufalini sono stati i redattori. Se il limite al mandato di tre anni può essere considerato idoneo per le società private di medie e piccole dimensioni, mal si concilia con le caratteristiche delle trenta grandi aziende italiane controllate direttamente dallo Stato, per cui, spiega Villy de Luca, la proposta di Aspen riguarda soprattutto le aziende ad alto impatto politico-economico-occupazionale, a partire dalle sei quotate Eni, Enel, Leonardo, Poste Italiane, Enav, Mps. Lo studio rivela de Luca origina dal confronto con le principali realtà europee. “In Germania la durata massima del mandato dei membri del management board è di 5 anni; in Francia può essere determinato caso per caso, ma la legge pone come massimo 6 anni, il doppio che in Italia. In Inghilterra il mandato è invece unico e non rinnovabile, ma può arrivare fino a 10 anni.”

Questo dice che le grandi Società pubbliche italiane sono quelle sottoposte ad un mandato più breve, regola che rappresenta una criticità per il nostro modello di sviluppo.

Secondo i dati presi in esame nella relazione dell’ASPEN la durata dei mandati consigliari nelle grandi Spa italiane costituirebbe un “criticità del modello italiano”, le cui conseguenze emergono soprattutto durante il periodo di rinnovo delle nomine, con fasi spesso lunghe e complicate da tensioni politiche.

Alla questione del prolungamento del mandato degli amministratori, Aspen unisce la necessità di garantire un ricambio generazionale in grado di non disperdere la capacità di innovazione. Per questo nel documento si suggerisce di prevedere un limite al rinnovo dei mandati.

La capacità di rinnovarsi – chiarisce de Luca – è alla base di ogni strategia vincente.
Ipotizzare un limite alla riconferma delle figure apicali è dunque importante sebbene il punto rimanga la necessità di mandati in grado di limitare l’incertezza di rinnovo e dei vertici. Questo rappresenterebbe un concreto vantaggio competitivo per il nostro Sistema Paese.

Foto di apertura: Gerd Altmann da Pixabay