Salsamenteria storica e verdiana BARATTA dal 1873

di | 20 Dic 2023

Via Roma 76, 43011, Busseto (PR) – 0524 91066

Degustazione salumi, formaggi e salsine con Vino e Dolce € 22

Se vi trovate lungo l’autostrada del sole tra la Lombardia e l’Emilia e NON avete voglia di Sushi, uscite a Fiorenzuola d’Arda, se venite da nord, oppure a Fidenza se arrivate da Bologna: non ve ne pentirete.

Questa è una vera chicca. Uno di quei posti che oltre allo stomaco, scaldano anche il cuore.

Busseto è noto come il paese natale dell’immenso Giuseppe Verdi. E infatti questo era il posto preferito del grande compositore, dove potrete vedere lo spartito originale della Traviata, poggiato sul primo pianoforte di Verdi.

Entrare in questa salsamenteria significa fare un tuffo nel passato: l’ambiente è caldo, pieno zeppo di chincaglieria d’epoca, di ricordi, di emozioni.

E di cose buone, buonissime.

Non è un ristorante in senso stretto, ma una salumeria: ti portano un gigantesco piatto pieno di salumi locali assolutamente straordinari: Culatello DOP, Prosciutto Crudo di Parma, Spalla Cotta di San Secondo (il preferito del Maestro!)  Coppa Piacentina, Strolghino di culatello, Lardo pancettato, Mortadella, Pancetta.

 

C’è anche il Salame Nostrano: siamo fuori dell’area del Salame di Felino, per cui non lo si può chiamare così, comunque il nostrano assomiglia alla prelibatezza che prende il nome dal Paese giusto sotto Parma (e non dai gatti !!).

Il tutto accompagnato da Parmigiano reggiano 30 mesi, il Lombardo Taleggio e anche un po’ di Pecorino Toscano che pur essendo qui un po’ foresto, male non ci sta. A contorno Peperoncini ripieni con acciughe e capperi, salsa arancione con carote e peperoni, salsa verde di prezzemolo, lardo pesto (con aglio cipolla prezzemolo carote), e tante altre.

 

No Wifi , only Wine. L’Emilia è terra fertile, mentre i vigneti hanno bisogno di soffrire, le radici si sforzano per arrivare a trovare l’acqua e il nutrimento. Per cui tradizionalmente il vino da queste parti non è particolarmente pregiato. Insomma, vinelli immediati e di pronta beva. Forse per questo la tradizione qui è di bere il vino nelle scodelle. E infatti così avviene. Sui dolci la proposta viaggia tra crostate, sbrisolona, torta Luisa, : ho chiesto quale fosse il dolce preferito di Verdi e la risposta è stata netta ed immediata : La SPONGATA, tanto che ne hanno fatto un versione che hanno chiamato appunto la Torta del Maestro.

Approfondiamo un po’ la Spongata perché ha una storia molto interessante. Il nome deriva probabilmente dal latino spongia, spugna, per l’aspetto spugnoso e irregolare della sua superficie.

È un dolce di antiche tradizioni probabilmente di origine ebraico spagnola, anche se se n’è trovata la testimonianza più antica, forse di origine altomedievale se non di età romana; infatti, il termine spongata si trova per la prima volta nei documenti della potente abbazia di San Colombano di Bobbio fondata nel 614 in epoca longobarda dal santo irlandese Colombano. Nell’anno 1088 Sant’Ivone, preposito dei canonici di San Quintino a Verumanduorum, stabilì che la torta da offrire per Natale nei monasteri Benedettini (offerta resa obbligo da Carlo Magno) prendesse il nome di spongae e ne abbiamo la conferma nel Codice Diplomatico del monastero di Bobbio dove l’abate di San Colombano chiedeva il permesso “se mancasse il Vescovo, che il monastero possa ricevere il crisma, l’olio santo e dare una pasta spongata a chi fosse ospite”.

In epoca rinascimentale la spongata fece la sua presenza nelle tavole nobiliari tanto che fu inviata in dono al duca Francesco Sforza di Milano nel 1454 e l’anno seguente al duca Borso d’Este di Ferrara.

Anche se on line se ne trovano molte ricette, non consiglio di farla a casa: è di quelle ricette antichissime nelle quali l’esperienza e la pratica supera l’odierno principio assoluto della Pasticceria precisa fino al grammo.

 

Tutti prodotti vengono venduti anche on line

È bene chiamare prima di venire perché gli orari di apertura sono un po’ strampalati.

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