Molti europei sono venuti a conoscenza dell’Ucraina solo nel febbraio 2022, dopo l’inizio della grande invasione. Ancora oggi poche persone comprendono i presupposti e le cause della guerra russo-ucraina, nonché le specificità del rapporto tra i due Paesi. Ma coloro che sono interessati a queste questioni hanno molto probabilmente sentito parlare del “Maidan” ucraino. Questo concetto è usato in diversi sensi, si è rivestito di miti ed è diventato uno dei pilastri principali della propaganda russa. Nella sua ultima intervista con l’odioso Tucker Carlson il presidente russo ha menzionato più volte il Maidan del 2014, da questi definito un “colpo di stato illegale” per giustificare l’aggressione russa contro l’Ucraina.

 Il 2014 è stato davvero un anno emblematico nella storia moderna dell’Ucraina. L’allora governo decise di cambiare il corso filo-occidentale durato molti anni del nostro Paese e di rifiutare la firma dell’Accordo di Associazione con l’UE. Ciò significava il ritorno dell’Ucraina nella sfera d’influenza della Russia, nel modello sociale sovietico, e cancellava la prospettiva dello sviluppo dell’Ucraina come stato europeo indipendente.

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Nel giorno dell’uscita di questo numero di febbraio in Italia, l’Ucraina celebrerà il Giorno della Memoria degli Eroi della Centuria Celeste: manifestanti morti durante le azioni di protesta svoltesi tra dicembre 2013 e febbraio 2014. Sono esattamente quelle azioni di protesta che Putin chiama un “colpo di stato”, e noi ucraini, l’Euromaidan e la Rivoluzione della Dignità. Oggi vogliamo far luce su ciò che stava accadendo in Ucraina in quel periodo, contribuire a chiarire la confusione che circonda il termine “Maidan” e almeno introdurre il lettore alla cronologia degli eventi precedenti che, in realtà, facevano parte di un piano a lungo termine per assorbire l’Ucraina e distruggere la nostra statualità.  Quindi, “Maidan” è un termine che generalizza il movimento di protesta di massa contro i regimi antipopolari e le azioni illegali delle autorità. Deriva dal nome della grande piazza centrale di Kyiv, Piazza d’Indipendenza, il luogo principale delle azioni di disobbedienza in Ucraina. Questo termine è attribuito ai nomi delle proteste di diversi anni, ma molto spesso oggi la parola “Maidan” si riferisce agli soli eventi di fine 2013 – inizio 2014.

Le azioni di protesta di quel periodo possono in realtà essere divise in due parti. Sono iniziate come manifestazioni pacifiche volte a sostenere l’integrazione europea dell’Ucraina e, dopo la violenta dispersione e il duro pestaggio degli studenti nella notte del 30 novembre 2013, si sono trasformate nelle più massicce azioni di protesta contro l’arbitrarietà delle autorità criminose. Quello è stato già uno scontro violento, accompagnato da un numero enorme di vittime tra i manifestanti (sono morte più di 100 persone).

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Allo stesso tempo, è molto importante capire che sono state le azioni violente delle autorità (dispersione forzata degli studenti, rapimenti e percosse, e successivamente torture e omicidi di manifestanti pacifici, fucilazione di persone disarmate nel centro di Kyiv) che hanno costretto i manifestanti a utilizzare mezzi di autodifesa, per lo più fatti in casa, che saranno poi proposti nella propaganda russa come una “presa armata del potere”. Ma anche allora, le richieste principali dei partecipanti alla protesta non erano quelle di prendere il potere o portare al potere certe persone, ma di rinnovare le istituzioni politiche e attuare cambiamenti sistemici. Dopo la fuga dell’allora presidente Yanukovych, passato un certo periodo di tempo un nuovo presidente sarebbe stato eletto in seguito a elezioni straordinarie come da leggi vigenti dell’Ucraina, e successivamente il nuovo parlamento.

 Ho conosciuto di persona l’inizio dell’escalation di forza da parte delle autorità (il pestaggio degli studenti) nel reparto di maternità, dando alla luce il mio secondo figlio, ma prima lì c’ero anche io, c’erano i miei parenti (compresi i miei genitori), colleghi e amici… E quando sento i narrativi russi sul “colpo di stato illegale”, pagato e ispirato dall’esterno, esplodo dentro di me. Dopotutto, ho visto chi c’era allora al Maidan, ho visto persone arrivate da ogni parte dell’Ucraina. Tutti avevano percepito la partecipazione alle proteste come una lotta consapevole per i propri diritti.

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Ricordo la sensazione di quei tempi… Ricordo come avevamo paura delle persone vestite in uniformi delle forze dell’ordine, perché erano loro prima di tutto che venivano percepiti dai comuni cittadini come banditi (!). Mio padre – un medico e un professore – una sera del febbraio 2014 si trovava vicino alla sua abitazione nel centro di Kyiv (i miei genitori vivono nel quartiere governativo), un uomo gli si avvicinò, puntò un coltello e obbligò a consegnargli la borsa che mio padre portava con sé. Molto vicino a lui, schierati in fila, stavano i tutori dell’ordine senza reagire in alcun modo (!) a ciò che stava accadendo…Tutti gli eventi si sono svolti davanti ai miei occhi, agli occhi dei miei amici e delle persone che conosco bene. Pertanto posso affermare con sicurezza che il Maidan, chiamato prima Euromaidan e poi Rivoluzione della Dignità, è stata una vera e propria rivolta popolare per i valori europei e contro il potere criminoso.

 Abbiamo chiesto a un difensore dei diritti umani, ricercatore e figura pubblica che è stato testimone diretto e ha partecipato di questi processi socio-politici di raccontarci di più sugli eventi e sui sentimenti importanti di quei tempi.

Iryna Medved

 

10 anni fa ho partecipato attivamente alla Rivoluzione della Dignità (Euromaidan).

A quel tempo credevo che gli ucraini stessero avanzando nella direzione sbagliata da 90 anni, perdendo spietatamente la loro statualità e identità nazionale, tempo e opportunità di sviluppo, di evoluzione della Nazione.

Gli eventi dell’Euromaidan, i miei scambi d’opinione con dozzine di persone in quella piazza, le straordinarie scoperte dell’”Io” ucraino multi-vocale e diversificato, con forza di spirito, intelligenza, coraggio e abnegazione senza precedenti, dove le persone mostravano le migliori qualità, capaci non di egoistica autoconservazione, ma di consapevolezza di un grande interesse, di valori superiori alla loro esistenza, non inclini allo slogan, ma all’attuazione pratica del principio “L’Ucraina sopra ogni cosa!”, tutto ciò ha sconvolto la mia vita.

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Ho creduto negli ucraini, ho cominciato ad essere orgoglioso degli ucraini, ho avuto la piena coscienza che il diritto di essere chiamato ucraino è qualcosa con cui non si nasce, ma che bisogna guadagnare.

Ho avuto una vita brillante, molto piena e varia, ho visto il mondo, ma la Rivoluzione della Dignità è la cosa migliore accaduta nella mia vita.

Questo è il punto di non ritorno, quando si è definitivamente formata la mia nazione, quando l’Ucraina si è compiuta e si è affermata per sempre come un grande Stato. Grande perché solo per un grande Stato le persone sono pronte a rischiare la propria vita e, soprattutto, sono pronte a uccidere qualsiasi nemico che tenti di distruggerlo.

Molti oggi ritengono che la guerra in Ucraina vada avanti solo da due anni, alcuni capiscono invece che sono dieci anni. Ma in realtà la guerra contro l’Ucraina va avanti da decenni e, contro la nazione ucraina, anche da più tempo.

L’impero moscovita, non importa sotto quale bandiera abbia operato: tricolore [bandiera della moderna Federazione Russa], rossa [bandiera dell’URSS] o con un’aquila a due teste [bandiera dell’Impero russo], ha sempre cercato di sottomettere l’Ucraina. Poiché l’esistenza stessa dell’impero moscovita è impossibile senza le terre ucraine e senza il popolo ucraino.

Il disfacimento dell’impero rosso già mezzo morto fu un momento di debolezza, quando il mostro non fu in grado di attaccare l’Ucraina, ma inviò le sue truppe in Georgia, Nagorno-Karabakh, Moldavia, Ichkeria (Cecenia), Daghestan, ecc. e continuava a mantenere costantemente al centro dell’attenzione la sua meta principale. Nel 1994 ha scosso la situazione in Crimea, cercando di creare una repubblica clown con l’autoproclamato “presidente Mieshkov” [l’autore parla di una serie di incidenti provocati dalla Russia nel quadro di una guerra ibrida volta a separare la Crimea dall’Ucraina. Durante questo periodo, la Russia ha distribuito attivamente passaporti russi ai dipendenti delle strutture della Flotta del Mar Nero, ha condotto una campagna di informazione anti-ucraina in tutto il territorio della Crimea e nel gennaio 1994 Yuriy Mieshkov, che a quel tempo ricopriva la carica di “presidente” della Crimea, ha invitato la Russia a includere la Crimea nella sua composizione territoriale]… Nel 2003, la Federazione Russa ha continuato i suoi tentativi di impadronirsi della Crimea attraverso un attacco all’isola di Tuzla.

Nel 2008, la Russia tenterà la prova di una grande guerra attaccando la Georgia. Il tentativo rimarrà impunito. Come in Ichkeria e in Daghestan, dove la Federazione Russa subirà dolorose perdite, ma imparerà la lezione e nel 2010 effettuerà un riarmo completo dell’esercito per prepararsi alla guerra contro l’Ucraina.

Tutto ciò è avvenuto in concomitanza con la conclusione, da parte dell’Ucraina, dell’Accordo di partenariato con l’UE nel 1994, nonché con l’aspirazione comunitaria europea degli ucraini negli anni 2000. Nel marzo 2007 sono iniziate le trattative per un nuovo accordo fondamentale tra l’Ucraina e l’UE. Nel 2008 è stato determinato il format preliminare di questo documento profondo ed esaustivo, nonché il suo nome: Accordo di associazione.

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L’11 novembre 2011 a Bruxelles, nel corso del 21° ciclo di negoziati, sono stati concordati definitivamente tutti i dettagli dell’accordo. Il 30 marzo 2012 i capi delle due delegazioni hanno siglato il testo finale di quasi 1.000 pagine. È iniziata la parte conclusiva della transizione dell’economia ucraina su binari europei. La Russia non riuscì a sottomettere l’Ucraina con metodi politici, con l’istituzione del governo filo-russo di Yanukovych, dei russi Salamatin e Lebediev entrambi a capo del Ministero della Difesa dell’Ucraina, che durante il loro mandato distruggevano ogni opportunità di resistenza militare e lo stesso esercito ucraino, preparando così l’invasione russa, inevitabile e programmata già negli anni ’90. La Russia stava anche indebolendo l’Ucraina con guerre commerciali, divenute permanenti dal 2011.

L’indebolimento dell’economia ucraina è stato accompagnato da una divisione continua della società. Nel 2010 Yanukovych ha effettuato un “colpo di stato costituzionale”, prendendo il potere assoluto [questo si riferisce al ritorno illegale della vecchia versione della Costituzione dell’Ucraina, che ha ridotto significativamente i poteri del parlamento e del governo a favore dell’allora presidente Yanukovych]. Nello stesso anno si è anche verificato un attacco all’imprenditoria privata in Ucraina. Il risultato è stato il “Maidan fiscale” [proteste di massa in Ucraina contro l’adozione della bozza del nuovo Codice Fiscale]. Nel 2012 il movimento contro l’ucrainicità è proseguito attraverso la cosiddetta “Legge Kivalov-Kolesnichenko” che ha causato il “Maidan linguistico” e le proteste in tutta l’Ucraina contro la sua adozione [stiamo parlando della Legge “Sui principi della politica linguistica nazionale”, che prevedeva la possibilità del bilinguismo ufficiale in alcune regioni dell’Ucraina, in seguito è stato riconosciuto come incostituzionale dalla Corte Costituzionale dell’Ucraina]. Poi c’è stata la “Maidan di Vradiivka” nel 2013 [proteste di massa in risposta allo stupro di gruppo impunito e al brutale pestaggio di una residente del villaggio di Vradiivka (regione di Mykolaiv, Ucraina del Sud), con la partecipazione di due ufficiali di polizia locale]…poi sono seguite le strette misure da parte delle autorità, arbitrarietà dei funzionari, attacchi raider, corruzione senza precedenti, ecc.

Poi, nonostante il testo dell’Accordo di associazione con l’UE sia stato pienamente concordato e confermato durante la riunione del governo come vantaggioso per l’Ucraina, per soddisfare l’ultimatum della Federazione Russa, Yanukovych viola l’articolo 6 della Legge “Sulle basi della sicurezza nazionale dell’Ucraina”, l’articolo 11 della Legge “Sulle basi della politica interna ed estera” e una serie di altre normative non firma a Vilnius il testo dell’accordo già concordato con l’UE, cerca di cancellare tutte le intenzioni pro-europee degli ucraini e la nostra stessa statualità, e di trascinare l’Ucraina in un’unione doganale con la Russia.

Il manifesto dei manifestanti. Rivoluzione sul granito 1990 – Foto di Учасники голодування – – da commons.wikimedia.org

Tutto ciò provoca inevitabilmente l’opposizione da parte degli attivisti filoucraini più fattivi e consapevoli, istruiti dai successi del primo Maidan, Rivoluzione sul Granito nel 1990 [una campagna di azioni di protesta non violenta su larga scala organizzata da giovani ucraini, per lo più studenti. A quel tempo, aveva pochi analoghi in Europa (in particolare, le proteste studentesche in Francia nel 1968) e ha svolto un ruolo importante nella realizzazione dell’indipendenza dell’Ucraina.], così come la Rivoluzione Arancione nel 2004 [una reazione alle massicce falsificazioni che hanno influenzato l’esito delle elezioni presidenziali], che costruiscono coerentemente una vera e propria nazione, l’unica capace di essere fonte di potere e sviluppo dell’Ucraina indipendente, di fermare l’occupazione rascista e la sottomissione.

Maidan Nezaleznosti. Independence Monument. 2014 / photo by Alexander Chernitsky

Quello sarebbe stato l’inverno che avrebbe cambiato i migliori ucraini, inflitto la prima sconfitta ai piani rascisti di sottomissione dell’Ucraina, formato la spina dorsale della nazione e confermato in modo definitivo l’indipendenza reale, non “sulla carta” della stessa Ucraina. La restante parte di noi avrebbe avuto bisogno di altri 8 anni e di un’invasione russa su larga scala, per capire tutto questo, per prendere conoscenza di essere ucraini e che l’Ucraina non è un territorio in cui si vive, ma la nostra Patria. Sia pure così, ma alla fine abbiamo capito, realizzato, visto. Meglio tardi che mai. Non essendo riuscita a sconfiggere gli ucraini in questi anni di lotta politica e di sforzi per conquistare l’Ucraina indebolendola, la Federazione Russa ha lanciato l’ultimo attacco decisivo, utilizzando ogni mezzo di distruzione disponibile e tutte le sue forze militari. Ma, nonostante il significativo vantaggio in termini di risorse e potenziale militare, non è stata capace di conquistare l’Ucraina. Poiché quella forza d’animo, quell’eroismo dimostrato da centinaia di migliaia di ucraini nelle Forze di Difesa, si sono rivelati più forti di qualsiasi arma del nemico.

Gli ucraini hanno già realizzato che non basta semplicemente dichiarare i veri valori e principi della libertà e della democrazia, essi vanno DIFESI e, a volte, questo è possibile solo con le armi in mano. Il nostro futuro comune dipenderà, non da ultimo, dal fatto che il resto del mondo civilizzato se ne renda conto o meno.

 

Foto di apertura di Evgeny Feldman – Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported – da commons.wikimedia.org