Riuscireste mai a godervi un film in salotto mentre la vostra cucina sta andando a fuoco? Certamente no. La pandemia ci ha dimostrato che la situazione non cambia molto se allarghiamo lo sguardo, poiché quel che succede in Paesi lontani può arrivare a toccarci in tempi brevissimi. È inoltre ormai innegabile che salute umana, salute animale e salute ambientale sono indissolubilmente legate e sono tutte necessarie per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema globale. Per raccontare questo nuovo approccio olistico, ormai necessario per scongiurare ulteriori catastrofi, Boehringer Ingelheim e Formiche hanno organizzato l’incontro “Persone, animali e ambiente. One Health: un patto di comunità” con il patrocinio della Camera di Commercio Italo-Germanica, Farmindustria e B20 Italy.

La triade dell’approccio OneHealth – Grafico di Thddbfk 

Sergio Dompè, Chair della Task Force B20 Health & Life Sciences ha posto l’accento su tre messaggi chiave per affrontare il futuro: il new normal deve diventare la collaborazione tra Governi, agenzie regolatorie e aziende, questo anche il messaggio che il B20 ha dato al Presidente Draghi; l’accesso all’innovazione farà la differenza e quindi un ecosistema complessivo che veda la  collaborazione pubblico –  privato sulle grandi priorità della salute, comprendendo anche le agenzie regolatorie, affinché si possa passare da una sanità quantitativa a una sanità qualitativa. Ma tutto questo ha bisogno di un presupposto fondamentale: la collaborazione pubblico/privato per creare i presupposti per la sostenibilità.

A fare eco alle parole di Dompé è stato poi il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Bruno Tabacci, che ha ribadito come “La salute deve essere pensata come globale, riguarda tutti gli esseri viventi sulla Terra. La scienza è stata in grado in un tempo molto rapido di dare una risposta alla pandemia. Ma ora l’incognita è la vaccinazione globale. Se ci sono 4 miliardi di persone non coperte dalla vaccinazione, saremo tutti a rischio. Non possiamo pensare che la transizione la facciano alcuni e non altri, la si fa tutti. Un patto di comunità presuppone che tutto il mondo si riconosca in questo messaggio”.

L’Unione Europea ha intrapreso una strada virtuosa, ma l’Italia deve spingere sull’acceleratore per rimanere al passo in termini di transizione ecologica: “Servono indirizzi politici chiari. In Ricerca e sviluppo, la Germania investe il 3%, l’Italia 1,2%. Occorre fare di più – ha spiegato il consigliere delegato della Camera di Commercio italo-germanica Jörg Buck – Oggi si parla di bio-rivoluzione, l’Italia e l’Ue possono essere apripista. Le imprese italo tedesche sono pronte a questa sfida”.

Sul fronte delle politiche della salute invece l’Italia non è seconda a nessuno. Una buonissima notizia, ancora migliore se si considera che tali politiche oltre a dare lustro al nostro Paese sulla scena internazionale, promuovano un settore industriale strategico: “è con l’esperienza della Sars che ci venne l’idea di avere la joint procurement per comprare i vaccini a livello europeo, fondamentale per efficienza ed economicità – ha ricordato Paola Testori Coggi, Chair T20 Task Force Global Health and Covid-19 – tuttavia manca ancora una piattaforma gestita da scienziati che serva a condividere i dati senza controllo politico”.