A 71 km da Parigi, lungo la Senna si affaccia il borgo antico e delizioso di Thomery, particolarmente apprezzato dai monarchi francesi: Francesco I, Enrico IV, Luigi XV, vi passavano spesso durante i loro soggiorni nel vicino castello di Fontainebleau. Il clima molto gradevole permise a partire dal 1730 la coltivazione del vitigno bianco chasselas sotto pergolati protetti da lunghi muri di pietra (ne vennero edificati 250 chilometri in meno di un secolo!). L‘uva di eccellente qualità si poteva conservare per mesi con una tecnica particolare qui inventata, e veniva persino esportata alla corte di Russia.

In questa gradevole cornice venne ad abitare nel 1860 la pittrice Rosa Bonheur, la prima donna ad acquisire in Francia una proprietà grazie al frutto del suo lavoro! Qui, nel maniero di By fece costruire un grande studio; nel suo parco poteva ospitare i numerosi animali che immortalava con grande talento sulle sue tele.

Lo studio

Rosa era nata a Bordeaux, il 16 marzo 1822. Il cognome Bonheur in francese significa felicità. E sicuramente durante l’infanzia, durante i lunghi soggiorni in campagna al castello di Grimont, Rosa fu molto felice. Dirà più tardi «Quante volte i manzi al pascolo mi hanno quasi presa a cornate, inconsapevoli che un giorno la bambina che inseguivano avrebbe passato la sua vita a far ammirare la bellezza del loro mantello». Gli ideali sansimoniani del padre di Rosa, Raymond Bonheur, condussero la famiglia a Parigi, e i primi tempi furono molto difficili. L’istruzione scolastica di Rosa fu breve, in parte al convento dei sansimoniani di Ménilmontant, in cui maschi e femmine ricevevano un’educazione comune basata sull’uguaglianza dei sessi in ogni campo. Studiavano scienze, geografia, astronomia, musica, e una religione fondata sulla bontà e l’aiuto reciproco tra individui, e tra esseri umani e natura. Per loro gli animali erano parte di questa grande catena universale, ricchi di un’anima difficile da discernere. Rosa Bonheur ne sarà meravigliata e la pittura degli animali divenne la sua predilezione, per far trasparire la loro anima sulla tela.

Rosa disegnava molto bene ma all’epoca le donne non potevano frequentare le Belle Arti. Allora convinse il padre, pittore e professore di disegno, ad essere il suo maestro.

Questi magnifici conigli, talmente espressivi e vivaci, dipinti all’età di 18 anni, furono presentati al salone del 1841. Rosa vi partecipa per la prima volta ed il dipinto piace.

Nel 1848 presenta il dipinto Aratura nel Nivernese che riscontra grande successo ottenendo una medaglia dal governo che lo aveva commissionato.

Frutto delle lunghe ore passate da Rosa ad osservare i bovini al pascolo, il dipinto riesce a comunicare allo spettatore l’impressione di essere proprio in campagna, a pochi metri dai buoi che avanzano lentamente tesi nello sforzo dell’aratura.

 

Dopo la guerra del 1870 e tutti i suoi orrori, Rosa inizia a dipingere i leoni. Pierrette, Brutus, Fatma, Nero vivono nel parco….

«Mi avevano detto che il maschio era molto feroce e che era pericoloso avvicinarsi: eppure io sono riuscita a domarlo. Nero riconosceva da lontano la mia voce e quando lo accarezzavo si comportava proprio come un gatto».

 

L’intensità fotografica nella sua tecnica pittorica ci ricorda che Rosa era appassionata di fotografia. Il piccolo laboratorio situato proprio accanto al suo studio è probabilmente uno dei tre più antichi laboratori fotografici al mondo ancora intatti!

 

Oltre al grande e luminoso studio rimasto com’era all’epoca di Rosa, un piccolo ed interessante museo presenta numerosi ricordi, ritratti, foto di famiglia, abiti, e l’onorificenza della Legione d’Onore che le venne portata a By dall’Imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, grande ammiratrice di Rosa Bonheur.

 

Rosa era alta appena 1 m 50 ma la sua forte personalità spiccava nel conformismo dell’epoca. Per poter lavorare più comodamente accanto agli animali indossava i pantaloni, impossibile all’epoca per una donna se non dopo avere richiesto un’autorizzazione di travestimento alla Prefettura di Polizia. Rosa ebbe grande successo all’estero, in particolare negli Stati Uniti.

Buffalo Bill di passaggio a Parigi e suo grande ammiratore venne a trovarla a By e si fece fare un ritratto. Osservandolo si nota che è il cavallo il grande protagonista del ritratto! Buffalo Bill sembra distante, quasi impercettibile.

Qualche ora trascorsa nel maniero (completandola magari con un pranzo o un tè nella deliziosa sala dalla bellissima atmosfera d’epoca) ci permette di immergerci nel mondo di Rosa, donna pittrice che ha dedicato la sua vita a dipingere gli animali, raggiungendo il massimo numero di vendite nel XIX secolo per un’artista vivente!

Indipendente e anticonformista, dimenticata per tanti anni, il Museo d’Orsay le ha dedicato una bellissima mostra, terminata il 15 gennaio 2023.

 

 

Foto di apertura: Il maniero di By, nel comune di Thomery – foto dell’autrice