“A proposito, li ho, i sogni. A volte mi spengo per un’ora o due e sogno qualcosa. Nel primo periodo ho sognato numeri, vecchi calendari, conoscenti: come se li abbracciassi, li accogliessi. Ho paura di pensare a cosa è successo. I primi giorni dell’occupazione ero un po’ giù, ora mi sto riprendendo. Gli uccelli cinguettano solo al mattino, mentre nel pomeriggio, nemmeno dai corvi si sente un rabbioso “cra cra”. Finalmente la sera mi salva la musica memorizzata nel cellulare e oggi, nel giorno della poesia, è volato in cielo un piccolo stormo di gru. E mi è sembrato di sentire: tutto sarà Ucraina, io credo nella vittoria”

Questo è un frammento del diario di Volodymyr Vakulenko, uno scrittore per bambini ucraino ucciso dai soldati russi.

“Fossa a Izium fatta durante l’occupazione russa” , licenza CC BY 4.0.

Ha scritto il suo diario mentre era sotto l’occupazione nel suo villaggio natale nei pressi della famosa città di Izyum (regione di Kharkiv). Il 23 marzo 2022, prima che i russi lo portassero via da casa, seppellì il suo diario nel giardino e chiese a suo padre: “Quando verranno i nostri, glielo darai”. Dopo la riconquista della Regione di Kharkiv, il suo corpo è stato ritrovato a Izium,   nel sito della fossa comune. L’analisi del DNA ha confermato che il “deceduto n. 319” al cimitero di Izyum è Volodymyr Vakulenko. Nel corpo sono stati trovati due proiettili di una Makarov.

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Non sappiamo, quante altre fosse comuni verranno scoperte dopo la liberazione dei territori ucraini. Probabilmente, alcune saranno difficili da scoprire, perché i russi cercano di nascondere le prove dei loro crimini. Così come nei tempi sovietici, le informazioni sulle fucilazioni di massa e uno dei più grandi luoghi di sepoltura delle vittime delle repressioni staliniste – le Tombe di Bykivnya (ora noto complesso memoriale a Kyiv) –  sono state rigorosamente segretate. Queste fosse comuni furono scoperte dagli occupanti tedeschi subito dopo la presa di Kyiv. Già il 29 settembre 1941, il giornalista tedesco Peter Kolmus ha raccontato di terribili ritrovamenti nella foresta di Bykivnya sulle pagine del giornale “Berliner Börsen-Zeitung”.

Ma è attraverso storie personali, storie di personaggi di spicco che la tragedia degli omicidi di massa e del genocidio inizia davvero a farsi sentire apertamente.

foresta Bykivnya – fonte Wikipedia

Nel terribile anno 1937, qui alla periferia di Kyiv, nella foresta Bykivnya, ha trovato la pace eterna uno dei più eccezionali artisti nazionali dell’inizio del secolo scorso Mykhailo Boychuk. Era stato accusato prima di partecipare alla propaganda del “formalismo nazionalista”, e successivamente di “attività controrivoluzionaria” e persino spionaggio (il motivo erano viaggi di studio in ​​​​Germania, Francia e Italia). Venne fucilato insieme ai suoi studenti e, poco dopo, alla sua ex moglie e ad altri suoi allievi toccò la stessa sorte.

La realtà è che negli anni ’20 e ’30 del XX secolo, durante il grande terrore, fu sterminata un’intera generazione di artisti ucraini che avevano portato nuove visioni e dato un nuovo slancio allo sviluppo della cultura ucraina. Tra loro c’erano scrittori, poeti, filosofi, artisti, musicisti, registi e attori. Questa generazione è stata chiamata “Rinascimento fucilato” oppure “Rinascimento rosso”. Oggi in Ucraina si ricomincia a parlare del nuovo Rinascimento fucilato, che viene costantemente arricchito di terribili, tragiche storie come quella di Volodymyr Vakulenko.

Nel periodo sovietico, il maggio del 1933 è considerato l’inizio dello sterminio di massa dell’intellighenzia ucraina. Il culmine venne raggiunto il 3 novembre 1937, quando – “in onore” del 20° anniversario della rivoluzione di ottobre del 1917 –  più di 100 esponenti dell’intellighenzia ucraina – il fior fiore della nazione – furono giustiziati in un solo giorno.

Nonostante che la maggior parte di loro sia stata riabilitata alla fine degli anni ’50, le autorità sovietiche hanno continuato a vietare, nascondere e far passare sotto silenzio il loro lavoro artistico o scientifico. In particolare, la maggior parte delle opere di Mykhailo Boychuk e dei suoi allievi, venne distrutta, i dipinti murali furono intonacati. In pratica nessuna delle opere monumentali del maestro è giunta fino a noi, ci restano soltanto copie, schizzi e saggi preparatori.

Tuttavia, la sua arte rivive nelle opere di artisti moderni che onorano la sua memoria e gli dedicano grandi progetti artistici.

Foto di apertura di nathalieburblis da Pixabay