Sono le 18.45 di domenica, sono arrivata a casa da un’oretta e continuo a pensare alla manifestazione che, insieme a Ristretti Orizzonti ed alla Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, abbiamo tanto immaginato, voluto, organizzato; mi chiedo da ieri se e cosa avremmo potuto fare diversamente, fare meglio. Perché io son così, perfezionista fino al maniacale per le cose che mi stanno a cuore e nelle quali credo fortemente.
Ero partita da casa venerdì mattina presto, direzione Verona, il piano di viaggio prevedeva di dormire lì prima della partenza per Roma, partenza prevista alle 2,30 di notte, con Maurizio Mazzi che ci sarebbe venuto a prendere con la sua auto. Pomeriggio quindi di ultimi preparativi, i classici “ultimi dettagli” per le strade di Verona con Micaela, l’aperitivo e la cena fronte Arena, armate di cellulari e tablet, col sottofondo musicale dei soundcheck dei Music Awards, in programma quella sera, il ritorno in stanza che è già tardi avendo la sveglia all’1.30 ed alla fine abbiamo dormito forse 20/30 minuti in tutto.
Partiamo già stanchi, ma con l’entusiasmo di chi sta andando a portare a compimento quello per cui tanto si è dato e tanto ha raccolto umanamente, da coloro che man mano si sono uniti aderendo al nostro appello e con i quali ha “costruito” questa manifestazione, che aveva l’obbiettivo di far sentire tutte queste voci al Ministro Nordio, proprio lì, di fianco al suo Ministero.
In chiusura abbiamo fortemente voluto portare un ricordo alle 51 persone che, dietro le Sbarre, hanno abbandonato la speranza, togliendosi la vita in questi 8 mesi e mezzo del 2023, scandendo il loro nome, perché noi non li dimentichiamo e vogliamo che la dignità e la vita dei detenuti torni al centro dei pensieri di Ministro e Governo, intavolando una seria riforma penitenziaria, che non è assolutamente più rinviabile.
Improvvisiamo un pranzo a Trastavere, magistralmente consigliati da Mirko, foto ricordo per imprimere nella mente una bellissima giornata di condivisione, ed è ora di rimontare in auto, direzione Verona, siamo letteralmente cotti, senza energie, ma non smettiamo un attimo di parlare della manifestazione, cogliendo spunti di riflessione e nuove idee e progetti da portare avanti da subito.
E mi ha tolto un po’ la stanchezza e la tristezza di essere arrivati a Roma in ritardo ritrovarmi a raccontare Sbarre di Zucchero ai 3 ragazzi di turno al bar dell’autogrill vicino Firenze, incuriositi dalla maglietta di Sbarre che indosso, che poi mi tempestano di domande e si aprono, chi raccontando dell’amica educatrice a Sollicciano e dei racconti dalla galera, chi raccontando dell’amico detenuto, argomenti che non sono soliti trattare.
Alle 7.30 siamo già in piedi e così, subito dopo la colazione, sforniamo il calendario di ottobre, con eventi già fissati perché invitati ed altri che organizzeremo noi, sia in presenza sia online, perché crediamo così tanto in Sbarre di Zucchero che non riusciamo a fermarci nemmeno di domenica, dopo un weekend che ci ha prosciugato le energie fisiche ma che ci ha arricchite di nuovi propositi, con la speranza che abbia arricchito anche tutti quelli che hanno partecipato, regalandoci una parte di loro.
Tutte le foto sono di Sbarre di Zucchero