Ancora non si placa l’eco del tuo ricordo,
a intermittenza violenta ed inattesa colpisce
e mi trova sempre indifeso e arrendevole.
Il caro profilo intravedo nella foschia delle ore,
il tuo sorriso dolce e mesto mi accompagna,
madre isola che mi protegge e rassicura.
Anche se di vagare non sono stanco, né vinto
e le mie strade incrociano sentieri ignoti,
si perdono e si ritrovano come per incanto,
prima del giungere della sera, prima del limite.
È il momento di cercare con gli occhi e con la mente
te, madre faro, distante ormai, ma sempre presente.
Infine anche le parole si prosciugheranno,
ogni giorno regalerà solchi nuovi al mio volto
e la mia andatura, spavalda e fiera un tempo,
si farà più lenta e incerta per le vertigini.
Gli anni corrono, ma conservo un dono prezioso:
nella notte tu, madre mia, stella che mai tramonta.