La Politica Agricola Comune (PAC), che ebbe origine negli anni Sessanta, rappresentava per i Paesi dell’Europa occidentale appena usciti dalla guerra l’insieme delle regole che la neonata Comunità Europea intese darsi riconoscendo la centralità dell’agricoltura per uno sviluppo equo e stabile dei Paesi membri.
Gli obiettivi e i principi generali della PAC furono enunciati per la prima volta nel Trattato di Roma, che all’articolo 39 indica le seguenti finalità: incrementare la produttività dell’agricoltura mediante l’incentivazione del progresso tecnico e l’ottimizzazione dell’utilizzo dei fattori di produzione, in particolare della forza lavoro; assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola; stabilizzare i mercati; garantire la sicurezza degli approvvigionamenti; assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori.
Nei successivi decenni l’agricoltura è passata da una configurazione tradizionale (1950-1960) a una struttura industriale (1960-2000), fino all’attuale modello multifunzionale e sostenibile (2000-2020).
Il 25 giugno 2021, i negoziatori del Parlamento Europeo, del Consiglio dell’UE e della Commissione Europea hanno concordato un accordo politico provvisorio sulla riforma della politica agricola comune che apre la strada all’approvazione formale, nell’autunno del 2021, della normativa necessaria da parte del Parlamento e del Consiglio Europeo.
Gli Stati membri avranno quindi tempo fino al 31 dicembre 2021 per presentare i loro progetti di piani strategici nazionali alla Commissione, che avrà poi sei mesi di tempo per valutare e approvare i piani, che entreranno in vigore dall’1 gennaio 2023.
La nuova Politica Agricola Comune, che avrà inizio nel 2023, dovrebbe avviare una riforma fortemente innovativa capace di promuovere, con un forte accento sui risultati e sulle prestazioni, un’agricoltura competitiva in grado di sostenere il reddito degli agricoltori e fornire prodotti sani per la società, nonché di garantire lo sviluppo delle aree rurali.
La PAC, per il periodo 2023-2027, si baserà su nove obiettivi chiave, sociali, ambientali ed economici, che costituiranno la base per l’elaborazione dei piani strategici di ogni paese dell’UE: garantire un equo reddito agricolo, aumentare la competitività, riequilibrare il peso degli agricoltori nella filiera alimentare, contribuire al contrasto dei cambiamenti climatici e allo sviluppo dell’energia pulita, tutelare l’ambiente, salvaguardare il paesaggio e la biodiversità, modernizzare l’agricoltura e favorire il ricambio generazionale, sviluppare aree rurali dinamiche, incrementare la qualità dell’alimentazione e della salute.
In particolare l’aiuto al reddito si articolerà su una gamma di cinque elementi: sostegno di base al reddito; sostegno ridistributivo complementare (redistribuzione dei pagamenti diretti dalle aziende più grandi a quelle più piccole o medie); sostegno complementare per i giovani agricoltori; regimi per il clima e l’ambiente (eco-schemi: mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, protezione della biodiversità, riduzione dei pesticidi, conservazione delle risorse idriche); sostegno accoppiato al reddito (pagamento annuale per ettaro o per capo animale ammissibile a favore di comparti rilevanti per ragioni economiche, sociali o ambientali).
L’agricoltura e le aree rurali sono al centro del Green Deal europeo – insieme di regolamenti e strategie che intervengono per disciplinare più politiche interconnesse – e la PAC sarà il motore per le due strategie chiave nella trasformazione dei nostri sistemi alimentari, presentate il 20 maggio 2020: Farm to Fork e biodiversità.
La strategia Farm to Fork, di competenza della Direzione Generale Salute e Sicurezza Alimentare (DG Sante), mira ad accelerare la transizione verso un nuovo sistema alimentare adottando un approccio integrato, affrontando i risvolti ambientali, sociali, agricoli e di salute pubblica legati al cibo.
La strategia sulla biodiversità fa capo alla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea (DG ENV) e costituisce un progetto a lungo termine per la tutela della natura e l’inversione della tendenza al degrado degli ecosistemi. Molte delle disposizioni sono volte a proteggere la biodiversità dei sistemi del cibo e favorire il passaggio a un’agricoltura più sostenibile.
Il Green Deal è stato affidato dalla presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen al vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans, una conquista importante per la società civile perché significa che qualità del clima e alimentare sono ora obiettivi prioritari per l’UE.
Immagine di apertura: Gaetano Cessati, Paesaggio rurale, San Salvatore Monferrato, Unsplash