Dopo aver ricevuto la prima tranche dei fondi europei del PNRR si stanno finalmente oliando le macchine e gli strumenti che consentiranno il buon utilizzo di questi soldi, anche nell’ottica di continuare a ricevere le prossime tranche.

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«Sono tanti i soldi che l’Italia sta ricevendo dall’Unione europea e per questo bisogna elaborare nuove e diverse procedure» ci dice Francesco Tufarelli, attuale direttore generale dell’Ufficio per il Coordinamento delle Politiche dell’Unione europea della presidenza del Consiglio dei ministri che conferma che «il Governo italiano sta lavorando ai decreti legge di semplificazione» per rendere più semplici i meccanismi di spesa.

In effetti la semplificazione sembra essere una condizione assolutamente necessaria se si pensa alle difficoltà che l’Italia ha registrato in passato nello spendere i fondi strutturali.

«Oggi i fondi del PNRR vanno ad aggiungersi al residuo della precedente programmazione dei fondi strutturali 2014-2020 e all’inizio di quella nuova 2021-2027 e la virtù si misurerà nel sapere cosa fare di quei soldi e quali utilizzare per fare cosa perché poi scadono tutti nello stesso momento».

Ma esiste un rischio che l’Italia non ottenga le prossime tranche? Lo chiediamo a Tufarelli secondo cui «ad oggi il rischio di non prendere le prossime tranche non c’è perché siamo in linea con le scadenze e anche nella recente relazione del Governo inviata a Bruxelles si conferma che l’Italia ha già raggiunto 29 obiettivi su 51».

«Ma sarà necessario continuare a dare scadenze precise sulle cose che si vogliono fare e al limite sarà possibile far slittare una data ma bisognerà comunque dare delle certezze anche perché siamo sotto gli occhi di tutti gli altri paesi dell’Unione» prosegue Tufarelli ricordando che all’Italia è stata destinata la più grossa fetta dei fondi per tutti i paesi dell’UE.

«Comunque contrariamente a quello che si è scritto l’Italia ha fin dall’inizio rispettato i tempi che la Commissione ci imponeva e abbiamo sempre fornito tutti i documenti richiesti» prosegue Tufarelli che mette in guardia sul fatto che «siamo solo all’inizio anche se il lavoro va avanti in parallelo sui due fronti, quello degli interventi e quello delle riforme».

Per questo il Governo ha istituito la cabina di regia e i due comitati che si occuperanno di questi due diversi aspetti. Ma se la parte delle riforme ha una valenza molto più politica la parte relativa agli investimenti è secondo Tufarelli più facilmente prevedibile in quanto «le priorità del PNRR sono le stesse che già erano state negoziate nel 2019 ed incluse nella programmazione dei fondi strutturali 2021-2027».

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«La pandemia è stato un fattore di accelerazione ma i temi per esempio del digitale o della transizione ecologica erano già indicati molto chiaramente» e per questo Tufarelli si dispiace che ci siano ancora poche cose cantierabili e auspica un ancor maggior coinvolgimento dei vari livelli delle amministrazioni locali.

«Ma il Governo italiano aveva già cominciato a fare i suoi compiti al momento della sua formazione con la creazione dei nuovi dicasteri affidati ai ministri Colao e Cingolani» prosegue Tufarelli che precisa «in particolare nel caso della transizione ecologica noi dobbiamo cercare di realizzare la migliore sintesi possibile tra la possibilità di adeguare il nostro sistema ai nuovi obiettivi ma senza penalizzare le filiere nazionali e comunque dandogli il tempo di fare la transizione, e per questo abbiamo già lanciato le consultazioni degli stakeholders nazionali, da Confindustria a Legambiente».