“Piangerà ancor la difalta

de l’empio suo pastor, che sarà sconcia

si che simil non s’entra in Malta”

Così Dante Alighieri facendo parlare la beata Cunizza da Romano nel IX canto del Paradiso allude al vescovo di Feltre e cita la Malta dei Papi, stretto cunicolo lungo circa 30m scavato nel tufo del Monte Tabor nelle profondità dell’isola Bisentina ed utilizzato ai tempi come prigione.

L’Isola Bisentina nel lago di Bolsena, non a caso ritenuta “sacra” fin dal tempo degli Etruschi, ha avuto nei secoli diversi proprietari (i Farnese, i duchi di Castro, il Papato, i del Drago), dal 2017 è passata alla Fondazione Rovati e riunisce in se Storia e Religione con le sue 7 chiese, tra cui quella dei Santi Giacomo e Cristoforo con la cupola attribuita al Vignola. Leggenda ed Esoterismo: l’isola è indicata come uno degli accessi al Regno sotterraneo degli Agarthi.

Agarthi o Agharatta è secondo antichi scritti sanscriti un regno leggendario, collocato al centro della Terra, derivato dall’idea della Terra Cava, popolato da gente evoluta e pacifica, nascosto al resto del mondo e che il Buddhismo tibetano chiama col nome di Shamhala o Inaccessibile.

Secondo la leggenda gli altri accessi o portali si troverebbero nella Foresta Amazzonica, all’interno della Sfinge in Egitto e in Mongolia nel deserto del Gobi.

L’esistenza degli Agarthi nei secoli venne seriamente considerata da numerosi seguaci della Società Teosofica Internazionale e venne citata dalla veggente russo-statunitense Helena Balavatski che sosteneva di essere in contatto telepatico con i Maestri della Fratellanza Bianca, una Confraternita di esseri spirituali che si sarebbe assunta la responsabilità e il compito di guidare l’evoluzione dell’umanità verso il raggiungimento della perfezione, e ai sopravvissuti di una razza eletta vissuta in Tibet e Nepal.

Anche Joseph A. Saint – Yves, maestro dell’occultismo francese con al suo seguito Guénon e Rudolf Steiner, nei suoi testi “The kingdom of Agarthi” si riferisce al mondo degli Agarthi, elaborandolo fino ad arrivare al progetto di istituire in Francia e in Europa la “sinarchia” opposta all’anarchia che in quel momento storico si stava imponendo in Europa.

Willis George Emerson, statunitense, ne parlò nel suo libro “the Smoky God, or a voyage to the inner world”, resoconto del viaggio di Jansen all’interno della Terra verso la capitale del regno degli Agarthi, Kampala, abitata da uomini alti circa 4 metri, e considerata come l’originario Giardino dell’Eden.

Il lato storico dell’isola Bisentina è altrettanto interessante.

Fin dai tempi dei Signori di Bisanzio fu palcoscenico di lotte, distruzioni e incendi. Nel 500 d.C. con re Teodoro poi l’isola venne usata come prigione e confino fino a essere tra le cause dello scoppio della guerra gotica. Nel 1261 papa Urbano IV, francese, la usò come prigione per i Maestri Templari tra cui Ranieri Ghilberti e le impose il nome di Isola Urbana.

Solo nel 1649 dopo essere passata dal dominio del Ducato di Castro l’isola ritorna alla Chiesa con Paolo III. In quel periodo vennero costruiti conventi e chiese, ma in seguito fu definitivamente abbandonata.

Si deve arrivare al 1800 grazie ad Alarico Patti, divenuto proprietario, perché l’isola diventi un paradiso di flora e fauna, per merito anche alla principessa Beatrice Spada che fece realizzare giardini all’italiana e il porticciolo liberty. In seguito con i principi del Drago fu possibile finalmente fare escursioni e visite, e perfino tenere concerti di musica classica.

Una natura paradisiaca dove giardini e panorami sembrano parlare una storia di pace e serenità invece di battaglie e distruzioni. Il silenzio di questo luogo rende incredibile il frastuono del suo passato così violento.

Questo luogo, apparentemente di piccole dimensioni, nasconde agli occhi dei visitatori l’estensione secolare del mistero che porta in sé.

A Clemente.

50 anni di amicizia, stima, rispetto.