L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro: è quanto sancito dalla Costituzione Italiana. Esiste però una Forza “lavoro” forse più estesa, non basata su contratti o assunzioni, né tantomeno su uno scambio prestazioni / pagamenti. È il grande mondo del Volontariato.

Pur esistendo dagli Anni Trenta gruppi di cittadini desiderosi di operare, con spirito di servizio, per la migliore conoscenza del patrimonio nazionale, nacquero, tra la seconda metà degli Anni Cinquanta e nel decennio successivo, le prime Associazioni formate esclusivamente da Volontari.

Dal 1970 avvenne l’allargamento della presenza associativa sul territorio italiano, tanto che si formò un consistente movimento nel campo naturalistico  o ecologico, che oggi definiamo genericamente ambientale; e contemporaneamente nel settore culturale; e, verso la fine degli Anni Settanta, anche in quello pacifista.

Gruppi locali ed Associazioni nazionali con Sezioni ovunque nella penisola, nacquero spontaneamente (salvo pochissime eccezioni di fondazioni “pianificate”). I Volontari si rivolgevano alla collettività ed alla cittadinanza di qualsiasi estrazione sociale, religiosa, politica.

L’impegno divenne così imponente, che nel 1991 venne promulgata (anche grazie alla capillare raccolta di firme di una delle più anziane Associazioni Ambientaliste) una legge nazionale sull’argomento “Volontariato”, che provocò, soprattutto dal 1998 in poi, la creazione di un numero ancora più alto di Associazioni e gruppi locali di volontari.

 

A coloro che si impegnavano per il benessere delle persone, degli animali e delle piante, si aggiunsero moltissimi giovani e meno giovani animati da uno spirito di assistenza e di solidarietà specificatamente rivolto ad alcune categorie di persone (come: stranieri, diversamente abili, bambini, studenti, lavoratori stranieri, ex drogati, disadattati, anziani non autosufficienti, etc.).

L’Italia fu letteralmente invasa da puri volontari, i quali sacrificavano non soltanto il loro tempo libero, ma anche il tempo che avrebbero potuto dedicare al lavoro od alla ricerca di esso, oppure allo studio: un mondo schietto, genuinamente appassionato, desideroso di “lasciare un’impronta di sé” alla società, capace di essere realmente utile al prossimo, forse ancora più utile di quanto lo siano i lavoratori ordinari.

L’attenzione della gente verso il Volontariato crebbe ancora di più, e con essa la partecipazione, allargandosi all’assistenza sanitaria, alla protezione civile, e finanche alla docenza, con numerosissimi interventi gratuiti di Educazione Ambientale od insegnamenti in specifici corsi di formazione professionale, o con Seminari per professori e per studenti delle scuole.

Il passo successivo avvenne presso le Università, nel 2008, quando il Volontariato entrò nelle Università, con la Docenza universitaria gratuita in svariate Discipline. Se l’adesione individuale e la fattiva e qualificata partecipazione in Associazioni è sempre stata attuabile velocemente e facilmente da parte di chiunque, presso le Università italiane non fu però altrettanto facile: i programmi di presentazione della Docenza, presentati da validissimi potenziali Professori, spesso, purtroppo, non vennero giudicati applicabili, se troppo aperti verso la classe studentesca e basati sul dialogo continuo tra Docente e discente. Ciò limitò l’apporto importante di chi aveva le caratteristiche idonee all’insegnamento a studenti universitari, ma che non aveva un altrettanto spirito di allineamento alle stesse reggenze delle Università italiane.

Il Volontariato è oggi un dato di fatto. La citata frase della nostra Costituzione potrebbe benissimo divenire “L’Italia è una Repubblica fondata sul Volontariato e sul lavoro”. Occorre però che i nuovi Governi accettino serenamente tale innegabile realtà, offrendo ai cittadini, che non hanno esigenze lavorative e che sono animati da puro spirito di Volontariato oltre che possedere capacità professionali evidenti, l’opportunità di insegnare nelle Università italiane nelle diverse branche del sapere.

Il Volontariato, pur se conosciuto soprattutto come supporto assistenziale e solidale (in quanto questo secondo genere di volontari rappresenta oggi la maggioranza), è molto attivo, ed è altrettanto importante, per la promozione e la valorizzazione del Patrimonio Naturalistico e del Patrimonio Culturale, dei quali la nostra Nazione è ricchissima.

Capacità, volontà, disponibilità, professionalità, sono le caratteristiche di molte Associazioni dotate di altrettanti validi volontari. Con quasi sempre impeccabile organizzazione di eventi atti a promuovere il territorio, le Associazioni Culturali ed Ambientali sanno sapientemente documentare ogni azione rivolta alle visite di siti particolarmente interessanti sotto il profilo paesaggistico o, appunto, culturale, architettonico, artistico, ambientale, naturalistico. E riescono a fare tutto questo con spese irrisorie, proprio perché animati dallo Spirito del Volontariato: svolgono attività per realizzare le quali, altri (società o gruppi commerciali organizzati) avrebbero bisogno di altissime somme a supporto.

Spesso, però, idee e programmi rimangono solo proposte, in assenza di logici incentivi da parte dello Stato.

Ciò che manca, e che ci auguriamo che i nuovi Governi italiani non facciano mancare, è l’attenzione verso il nostro Patrimonio Nazionale, sia esso Culturale, Naturalistico o Paesaggistico: attenzione tanto grande, da consentire a tutte le Associazioni attive, serie, e qualificate, di svolgere le attività promozionali sopra citate.

Ciò che le stesse Associazioni auspicano è un nuovo mondo, più partecipato, nel quale coloro che sono anziani e ne hanno capacità e volontà, possano raccontare ai giovani le proprie importanti esperienze di lavoro, di cultura ed anche di Vita. Un mondo nel quale chi sa farlo (e sa farlo bene e senza dispendio di energie fisiche e finanziarie), possa dare un contributo all’intera Nazione, evidenziando ciò che di importante ed interessante esiste nel nostro territorio.

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