La Procura della Repubblica di Verona apre un’inchiesta dopo i tre suicidi nel Carcere di Montorio. Finalmente qualcosa si muove per appurare la verità sui troppi suicidi nel carcere di Montorio, ma grazie alla forza alla tenacia dei loro compagni, che hanno inviato al Magistrato di Sorveglianza un esposto firmato da molti detenuti, la V sezione si è unita per abbattere il silenzio di omertà che vige dopo un altro suicidio. Sanno perfettamente a cosa vanno incontro, ma stavolta non sono soli, Sbarre di zucchero è con loro, questa voce deve farsi sentire nelle istituzioni, non si può continuare a morire in carcere facendo finta che è solo un dato statistico da inserire in uno dei soliti dossier che si scrive sul carcere.

Foto di Heather Plew da Pixabay

Chi non conosce le dinamiche del carcere non sa a cosa vanno incontro quei firmatari dell’esposto: in primis rischiano un trasferimento in un altro carcere in un’altra regione, creando problemi anche alla famiglia stessa, con spese elevatissime, e si porteranno dietro un dossier con scritto quello che hanno fatto, perciò saranno sempre visti male dalla Direzione e dalla Magistratura di Sorveglianza.  Inoltre possono rischiare anche continue perquisizioni e continui dinieghi su qualsiasi richiesta che faranno, e molto altro, fino a prendere rapporti disciplinari che porteranno a perdere i 45 giorni della liberazione anticipata. Ed ora con la nuova legge rischiano pure un processo. Ecco perché dico che i ragazzi della V sezione devono essere presi come un faro in questo buio totale d’informazione. Tutto questo perché non vi è mai una corretta informazione da parte delle Istituzioni, si predilige il silenzio, i ragazzi firmatari dell’esposto chiedono alle autorità competenti di far luce sulla decisione dell’isolamento, l’ultimo suicida in ordine di tempo a Montorio soffriva di un disagio psicologico, e lo stesso psichiatra dell’istituto aveva prescritto l’isolamento, quando invece come sostengono i ragazzi della V sezione, poteva essere guardato a vista dai suoi compagni di stanza. Inoltre gli stessi ragazzi chiedono di fare chiarezza, per evitare il ripetersi di episodi simili. Noi combatteremo con i ragazzi della V sezione, affinché il silenzio delle istituzioni, venga abbattuto dalle gride delle persone detenute. Mai più uno/una di meno

 

Foto di apertura di ErikaWittlieb da Pixabay