Ripensando a questi ultimi due anni di vita, mi sono resa conto che uno degli aspetti più incredibili che abbiamo vissuto è stato un graduale rallentamento, a momenti anche uno stop forzato, di tutte le nostre infinite attività. Corse folli che ci hanno portato a consumare tutto in fretta senza mai fermarsi ad assaporare le piccole o grandi esperienze ed emozioni che quotidianamente la vita ci regala. Improvvisamente abbiamo riscoperto il valore di cose dimenticate: l’importanza della relazione, l’opportunità di stare insieme e condividere, gli affetti vicini, il senso di libertà. Capita a tutti noi di avere il cervello sempre in movimento, ma se ci facciamo caso, in qualunque situazione ci troviamo, pensiamo a cose già avvenute o a cose che ancora devono accadere.

Foto di  Jane Palash da Unsplash

Non viviamo mai il presente, essere presenti nel presente significa proprio questo: concentrarci su quello che stiamo facendo per ricevere benessere dal momento che viviamo senza dover rimandare o rimpiangere. Creare una nuova consapevolezza del nostro modo di essere, di quello che ci piace, di quello che ci da benessere è la nuova opportunità che Aziende ed Istituzioni stanno implementando con programmi di wellbeing e di cambiamento culturale. Tutto quello che sta avvenendo ha questo comune denominatore, il fenomeno della Yolo Economy e della Great Resignation, nasce da questa nuova consapevolezza, dalla certezza e dal desiderio di molti, soprattutto giovani, di cambiare in meglio la propria vita e di pensare al lavoro in una modalità diversa e gratificante. Vivere appieno la vita in ogni momento senza legacci, tornando a ritmi meno stressanti con la capacità di godere delle piccole cose, lasciando spazi al proprio modo di essere e alle proprie passioni e valori. E allora facciamo largo a strumenti come il coaching, la formazione, la mindfulness che supportano questo nuovo pensiero e aiutano a mettere in pratica questa nuova realtà per facilitare aziende, istituzioni e persone a vivere al meglio nel “qui ed ora”.