Attraversarle, alla ricerca di tranquilli itinerari a piedi nelle zone accessibili al pubblico, è di una rara bellezza. Il tempo sembra esservi fermato. Colori delicati di fiori punteggiano il verde tra gli spazi d’acqua salata.

Ogni tanto gli uccelli del litorale si fermano alla ricerca di cibo.

In lontananza i bei campanili di villaggi antichi (Saillé, Kervalet, Batz-sur-Mer, da visitare) si stagliano all’orizzonte.

Gli uomini da secoli hanno disegnato il territorio, facendo entrare l’acqua di mare in migliaia di occhielli. Maree, sole, vento sono gli ingredienti necessari per ottenere il prezioso sale. Un’alga microscopica aggiunge poi una tinta rossastra, dai riflessi cangianti, agli occhielli in cui il tasso di salinità è più elevato. Il miglior sale è la fleur de sel, il fior di sale, bellissimi piccoli cristalli bianchi, ricco di magnesio e di oligominerali.

Lungo le strade appaiono ogni tanto le belle e tipiche salorges, capannoni in legno o muratura, in cui viene conservato il raccolto.

 

La strada sale leggermente, sempre tra il verde. Cavalli e asini pascolano placidamente nei loro recinti. Qualche bella azienda agricola di produzione di ottime verdure accoglie il pubblico alla ricerca di prodotti di qualità.

E appare sulla collina l’antica Gwenn Ran (in bretone significa paese bianco). Per secoli fu città molto prospera, capitale del commercio di un bene preziosissimo che merita giustamente il soprannome di oro bianco. Come conservare gli alimenti nei secoli passati? Affumicare o salare erano le uniche tecniche di conservazione. E così per secoli il sale pazientemente lavorato dai paludiers (lavoratori del sale) qui veniva preparato e spedito.

 

 

Passate le ville moderne appare la bellissima cinta fortificata perfettamente conservata.

 

 

Entrando dalla porta principale, quella di San Michele, dalle imponenti porte si segue una delle vie principali, su cui si affacciano numerosi negozi e bancarelle che vendono ovviamente tanto sale.

E si arriva alla bella piazza della Collegiale Saint Aubin, dalle porte rosse perché qui nel settore delle saline tutte le porte e finestre venivano dipinte in rosso «paludier» ricco di minio, per proteggere il legno dalla corrosione del sale.

 

Foto dell’autrice

Dal 2005 sul sagrato accanto alla chiesa una processione silenziosa di tante originali silhouettes (pescatori, salinai, marinai, artigiani) create dallo scultore Nicolas Fedorenko ricorda i defunti in passato inumati qui all’esterno di Saint Aubin.

 

Concludendo con una nota golosa, l’ottimo sale bianco di Guerande è ideale per dare rilievo ai desserts al cioccolato, e fa parte degli ingredienti dello squisito caramello al burro salato, una leccornia da assaggiare assolutamente.

 

 

Tutte le foto sono dell’autrice